VIDEO | Con una media di quattro interventi a settimana, l'unità operativa di oculistica diretta da Vincenzo Scorcia si conferma quale centro di riferimento regionale per la diagnosi e terapia delle malattie oculari
Tutti gli articoli di Salute
«Le ultime novità sono rappresentate dai trapianti lamellari che ci consentono di trattare in maniera più selettiva alcune patologie, con risultati migliori perché riusciamo a far vedere prima i nostri pazienti e riusciamo a garantire minori complicanze nel lungo termine. Alcuni di questi trapianti riescono a durare tutta la vita mentre invece prima il rischio di rigetto era più elevato e quindi i pazienti erano costretti a rifare il trapianto dopo qualche anno».
Restituire la vista grazie al trapianto di cornea lamellare: la chirurgia mininvasiva è oramai realtà al policlinico universitario dell'Azienda Dulbecco di Catanzaro. L'unità operativa di oculistica diretta da Vincenzo Scorcia, che è anche direttore della scuola di specializzazione di oftalmologia, è centro di riferimento per la diagnosi e terapia delle malattie oculari: «Facciamo almeno quattro trapianti a settimana con liste d'attesa ormai superiori a un anno perché i numeri sono importanti. Penso che la più grande vittoria per questa regione sia ridurre l'emigrazione sanitaria - dice lo specialista - anche perché in Calabria ci sono delle vere eccellenze e quindi non vedo perché il paziente debba andare fuori regione».
Ricerca e formazione
Cataratta e glaucoma restano i principali campi d'interesse del reparto di oculistica del presidio catanzarese: «Rappresentano sicuramente le patologie più frequenti, sono quelle con cui normalmente ogni giorno ci confrontiamo e sono quelle dove i campi di ricerca sono più aperti».
Infine l'ateneo catanzarese si conferma quale punto di riferimento per la formazione medica e sanitaria: «Ogni anno entrano sette, otto nuovi specializzandi nella nostra università – sottolinea Scorcia -, è un numero che sta crescendo e per noi questo è un grande vanto ma è anche un grande privilegio perché avere la possibilità di avere degli studenti accanto fa crescere loro ma è un'occasione di crescita anche per noi».