Nel Giovanni Paolo II diversi i casi del cosiddetto male francese e di sieropositivi. Importante la prevenzione. Nel caso dell'immunodeficienza l'Asp mette a disposizione test gratuiti e anonimi
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Malattie di cui non si parla più, che si pensava fossero rimaste nel passato o che, nel immaginario collettivo, sono relegate al mondo della tossicodipendenza portando così a mostrare il fianco al contagio.
A Lamezia Terme, nel Giovanni Paolo II nell’ambulatorio di Malattie Infettive (il reparto è stato chiuso) si stanno riscontrando ad esempio casi di sifilide, anche secondaria, con manifestazioni, ci racconta l’infettivologa Giuseppina Berardelli, che non si vedevano da decenni.
Un dato da non prendere sottogamba, un invito alla prevenzione e alla protezione nei rapporti sessuali. Diverse le donne in stato di gravidanza seguite nel presidio lametino con rischi anche per il feto. Una situazione che, anche se non allarmante, deve indurre a riflettere.
C’è poi l’Hiv. In Calabria sono 600 in tutto i pazienti seguiti. Ma il sommerso, ci spiega ancora Berardelli, è tanto. Ci sono coloro che non sanno ancora di avere il virus e chi sceglie per tutelare la propria privacy di farsi seguire in altre realtà italiane.
Difficile, insomma, riuscire a racchiudere in un numero la situazione calabrese e ancora di più quella lametina. Quel che è certo è che il virus è diventato quasi uno sconosciuto.
Se ne parla poco, viene visto come un retaggio del passato, ancorato al mondo della tossicodipendenza e dello scambio di siringhe. Ma così si abbassa il livello di guardia e l’Hiv sottobanco continua invece a diffondersi.
«L’Hiv non è più la malattia dei tossicodipendenti – dice l’infettivologa –loro hanno imparato a proteggersi ed evitano lo scambio di siringhe. Adesso è la malattia degli eterosessuali e dei giovani omosessuali che a volte contraggono il virus proprio all’inizio delle loro esperienze».
Eppure basta poco per proteggersi e anche per tutelare gli altri. Inoltre, nell’Asp di Catanzaro il test è gratuito ed anonimo. Le attuali cure permettono di adottare uno stile di vita quasi ottimale ma bisogna partire dalla diagnosi ed intervenire per tempo.