Il luminare è intervenuto illustrando il programma mirato alla prevenzione e al miglior trattamento delle malattie che sono la prima causa di morte per uomini e donne in Italia e anche in Calabria
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Presentato dal Prof. Ciro Indolfi, alla Fiera di Roma, il 6 novembre, il Piano Nazionale per la salute mirato alla prevenzione e al miglior trattamento delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte in Italia per uomini e donne anche in Calabria.
Una delle grandi sfide future sarà quella di superare le diseguaglianze nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari nelle singole regioni, nel sesso femminile e nella popolazione economicamente svantaggiata, nonché di abbattere le disuguaglianze regionali nella prescrizione di farmaci cardiovascolari salvavita o modificatori della progressione delle malattie, uguagliando i sistemi prescrittivi ed uniformando sul territorio nazionale la possibilità dei cittadini di accedere ai trattamenti. Inoltre, lo scopo è quello di identificare le aree territoriali critiche per la ridotta prevenzione territoriale, la mancanza di posti letto, gli ospedali non a norma, le tecnologie non aggiornate e le ridotte risorse umane.
Questione meridionale della sanità
Il piano affronta la disuguaglianza legata alla mancanza di omogeneità nell’offerta sanitaria su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, evidenziando pertanto la presenza di una evidente “questione meridionale della sanità” dovuta alle problematiche dei piani di rientro, alla mancanza di prevenzione efficace sul territorio, alle problematiche socio-economiche, alla riduzione dei posti letto, all’obsolescenza delle tecnologie e delle strutture ospedaliere, alla scarsità e in molti casi all’inadeguatezza delle risorse umane e, infine, alla mancanza di una strategia di continuità Ospedale-Territorio. Le differenze socioeconomiche possono impattare sulla salute cardiovascolare per ricezione del “pericolo cardiovascolare” e la mancata consapevolezza dell’efficacia della prevenzione nonché della necessità di ricorrere tempestivamente alle strutture ospedaliere nelle patologie acute, più evidenti in classi sociali svantaggiate. Infine, le donne sono scarsamente consapevoli del rischio di malattie cardiovascolari che rappresentano per loro la principale causa di morte, particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno. Le donne possono avere sintomi diversi da quelli maschili, sono spesso contrarie al ricovero anche quando risulta necessario e la terapia farmacologica o interventistica, nel loro caso, è meno efficace.