VIDEO-INTERVISTA | L'accordo è stato siglato stamani alla presenza dei vertici del Gom, del prefetto Di Bari, e dall'Aned provinciale. A giorni anche gli ultimi quattro malati verranno curati in città, ma occorre risolvere il problema della mancata istituzione del centro pubblico e l'assenza del servizio navetta per Melito Porto Salvo
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È una giornata storica per la sanità locale. Dopo anni e anni di promesse, mai mantenute dalle istituzioni, da oggi otto pazienti reggini effettueranno la dialisi al reparto di Nefrologia del “Grande ospedale metropolitano” e non più a Messina. Basta quindi, con le trasferte oltre lo Stretto. L’accordo è stato siglato stamani alla presenza dei vertici dell’azienda ospedaliera, del prefetto Michele di Bari, e del delegato provinciale dell'Aned, Francesco Puntillo, che in tutti questi mesi hanno monitorato l’emergenza. Anche gli ultimi quattro pazienti vedranno a breve l’attivazione in città del terzo “posto rene” e così si porrà definitivamente fine alla loro “odissea”.
Da dieci anni infatti, i dializzati reggini, la maggior parte gravemente malati e anziani, erano costretti ad andare a Messina in struttura privata, sovvenzionata con la regione Calabria, subendo viaggi estenuanti. Certo adesso si tratta di una soluzione tampone poiché occorre che si sblocchi al dipartimento “salute” regionale il progetto per la creazione di un centro dialisi pubblico. L’ex commissario straordinario alla sanità, Massimo Scura, ne aveva individuato la sede ossia quella dell’ex palazzo Enpas, di proprietà della Regione, e aveva annunciato lo stanziamento di un milione di euro per adeguarlo alla nuova destinazione d’uso. Al momento però, manca ancora l’ok da parte della Regione e il progetto è “ostaggio” della burocrazia.
«L’azienda in questo momento - ha dichiarato il neo commissario del Grande ospedale metropolitano, Vittorio Prejanò - ha dato un contributo importante ad una problematica annosa che si trascinava da anni. La prospettiva sulla quale lavoreremo è infatti quella di trovare una soluzione definitiva, sul territorio, al problema che può essere superato esclusivamente con l’istituzione di una struttura pubblica in cui ai pazienti vengano garantite le cure. Cure - ha concluso Prejanò - che oltre ad essere sanitarie hanno un grande valore sociale».
Il reparto di Nefrologia, diretto dal primario Francesca Mallamaci, infatti, sta sopperendo alle carenze di Asp e Regione. La dialisi deve essere garantita in ospedale solo ai pazienti cosiddetti “acuti” mentre tutti gli altri dovrebbero, a Reggio il condizionale è d’obbligo, effettuare il trattamento dialitico in un centro pubblico. Considerata la mancanza in città della struttura, il nosocomio cittadino da anni sta colmando questo gap sanitario, ma se non si istituisce al più presto il centro pubblico l’intero sistema del reparto rischia di essere compromesso poiché bisognerà fare i conti anche con le carenze di personale e anche con il fatto che a breve, secondo anche quanto esplicitato dalla stessa Asp nella richiesta “di fabbisogno” alla Regione, entreranno in dialisi tantissime persone. «Questa odierna - ha sottolineato il Prefetto Di Bari - è una soluzione parziale, però è sempre una soluzione. Oggi dobbiamo essere soddisfatti, ma dobbiamo anche proseguire per la creazione della struttura pubblica».
La battaglia è stata condotta in prima linea dalla sezione reggina dall’Associazione nazionale emodializzati che adesso monitorerà due problematiche specifiche. Oltre all’istituzione del centro dialitico pubblico occorre risolvere l’assenza del servizio navetta per tutti i pazienti che invece effettuano la dialisi all’ospedale di Melito Porto Salvo e che ancora oggi sono costretti a recarsi con mezzi propri rischiando la propria incolumità, poiché al termine della dialisi la loro pressione arteriosa è “alle stelle”, e mettendo a rischio quella degli altri in quanto guidare l’auto rappresenta un pericolo per loro e per gli altri.
Il servizio navetta dovrebbe essere attivato dall’Asp, ma nonostante gli impegni assunti in Prefettura, ancora non ha provveduto ad istituirlo. «Oggi è una grande giornata - ha affermato alla nostra testata Francesco Puntillo dell’Aned reggina - abbiamo riportato in sicurezza e a casa i nostri pazienti. Adesso però, occorre insistere sul centro dialitico territoriale e sull’istituzione del servizio navetta per Melito perché tanti sono i pazienti che andranno a curarsi nella provincia reggina e a anche a loro deve essere garantita la sicurezza».