«A 3 anni dall’apertura del centro fibrosi cistica a Lamezia Terme, unico centro regionale per i malati, tutti i medici al momento sono precari o mancano, ad eccezione del dirigente responsabile e della psicologa. Una situazione insostenibile per dei pazienti che hanno una malattia cronica per la quale non c’è cura».

 

A denunciarlo è l’associazione Respirando la Vita- Fibrosi Cistica Calabria che da tempo fa da pungolo in tutte le questioni legate a chi è affetto da questa malattia insidiosa che spesso riduce di parecchio le aspettative di vita.


Prima lo spauracchio, superato, della chiusura dell’unico centro regionale collocato a Lamezia Terme che aveva portato i pazienti a protestare davanti al Giovanni Paolo II. A pericolo rientrato è rimasto però un altro problema. Quello legato alla precarietà del personale. Precarietà da un punto di vista contrattuale che porta ad un susseguirsi continuo di figure professionali, ma anche ad una non garantita continuità del servizio.

 

«Quando manca il fisioterapista, alcune famiglie hanno dovuto accompagnare neonati e bambini molto piccoli nel centro più vicino: quello di Messina» si sfoga l’associazione che spiega poi che «nel centro di cura regionale, da mesi manca il fisioterapista respiratorio, da circa un anno il pediatra, e le due pneumologhe, ancora precarie, a gennaio rischiano di andare via: ancora una volta - sottolineano - l’associazione è costretta a chiedere delle soluzioni definitive con personale esperto, per garantire il diritto alla salute e all’assistenza dei pazienti».

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Secondo gli standard di cura europei, spiega Respirando La Vita, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da due pediatri, due fisioterapisti respiratori e due pneumologi, esperti di fibrosi cistica. «A febbraio di quest’anno, l’Asp di Catanzaro ha bandito la mobilità per un pediatra, un fisioterapista respiratorio e uno pneumologo, ma l’associazione non ha avuto riposte ufficiali sull’esito.


«Nel frattempo, i decreti n. 111 del 10.08.2017 e n. 113 del 11.08.2017 del Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario, Massimo Scura, hanno annullato i precedenti provvedimenti facendo addirittura scomparire la previsione dello pneumologo che, al pari del pediatra e del fisioterapista, è di vitale importanza. Visto che non è stata ricevuta per gli impegni del commissario, l’associazione chiede il reintegro della figura». L’associazione Respirando la Vita da settembre 2016 a luglio 2017 ha, addirittura, garantito la presenza del fisioterapista respiratorio pagandolo con le poche risorse a disposizione ed esaurendole quasi del tutto.

Tiziana Bagnato