Una storia di diritti negati è quella che perviene oggi alla redazione di LaC News24 e raccontata dalla viva voce di Nila e Francesco Ricca genitori di Maila, ragazza affetta da diplegia spastica e ipoacusia profonda bilaterale, trattata con impianto cocleare bilaterale.

Vaccino e tampone

Spiegano entrambi i genitori in una lettera che la figlia «ha effettuato entrambi le dosi di vaccino da quasi tre mesi e da 18 anni è in trattamento a fondazione Betania, struttura socioassistenziale tornata in presenza ad aprile. Nello stesso mese Maila ha effettuato giustamente un tampone molecolare, con esito negativo. Tuttavia, il mese successivo ci è stato richiesto un secondo tampone, che noi abbiamo effettuato nuovamente a nostre spese. Abbiamo chiesto più volte prima dello scadere del terzo mese un appuntamento alla direzione sanitaria, in quanto essendo struttura privata, ma convenzionata, i tamponi dovevano essere a loro carico e non sicuramente a nostro».

Non ammessa

«La nostra richiesta di appuntamento non ha avuto nessun riscontro, giustificata dal fatto di essere tanti i pazienti che afferiscono alla struttura. Paradossalmente, giorno 29 giugno mia figlia non è stata ammessa al servizio perché non aveva effettuato il tampone. Abbiamo così contattato il direttore sanitario il quale confermava l'impossibilità di Maila ad entrare al servizio perché non tamponata. Siamo rimasti a discutere per più di mezz'ora e nessuno dei presenti, tra cui il direttore sanitario, si è preoccupato che mia figlia era sotto il sole cocente delle 14:00» è l'accusa dei due genitori. 

Prestazioni vitali

«Non siamo medici - come in maniera ironica asserito dal direttore sanitario - ma è tanta l’informazione che viene data per cui non serve una laurea per essere a conoscenza dello stato attuale delle cose che prevede, ad esempio, l’autorizzazione all'ingresso nelle rsa o lo spostamento da regione o da stato con la doppia dose di vaccino. In conclusione, il direttore ha negato l’entrata a Maila, noi abbiamo mandato più mail: la prima per giustificare l’assenza di Maila a causa delle ragioni addotte dal direttore sanitario e le successive - quasi ogni giorno - per richiedere le prestazioni, vitali per migliorare la qualità della vita di nostra figlia».

Rimpallo di competenze

«Infine si sono degnati di rispondere chiedendo di rivolgerci all'Asp per effettuare il tampone e per qualsiasi altra delucidazione. Ora io mi chiedo se è cosa giusta che noi genitori dobbiamo far fronte, tra le mille difficoltà che la vita già ci riserva, sia al costo dei tamponi e sia, ancora più grave, alla gestione delle prestazioni che lo Stato fino adesso ci ha garantito. Mia figlia a fine luglio andrà in un camp attrezzato dove giustamente farà il tampone rapido a spese della struttura. Tirate voi le somme ed entrando al di qua delle nostre vite, dateci una risposta».