VIDEO | L'associazione che tutela i diritti dei nefropatici spiega che una riorganizzazione della rete consentirebbe un risparmio del 30% e limiterebbe i pericoli per chi è costretto al trattamento lontano da casa
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Una rete sfilacciata e dispendiosa. Certamente, non tarata sulle reali esigenze dei pazienti, costretti a sobbarcarsi i costi delle cure e il rischio di lunghi viaggi in centri dialisi distanti dalla propria abitazione. «Crediamo che sia il 30% dei nefropatici - spiega il vicepresidente Aned Calabria, Giovanni Cicino -. Abbiamo tantissimi pazienti della locride che effettuano il trattamento dialitico a Soverato, persone di Montalfo Uffugo che si spostano a San Giovanni in Fiore o da Lamezia Terme che arrivano a Catanzaro».
Una mobilità intraregionale sinonimo di spreco. La Regione rimborsa solo in parte il costo del trasporto ai pazienti dializzati: un ottavo del valore della benzina a chilometro. Giuseppe Nicoletta ne percorre 108 di chilometri per sottoporsi a trattamento a Soverato, da Catanzaro: "Io devo andare a Soverato - racconta - perchè purtroppo al policlinico non ci sono posti di dialisi. Mi accompagna mia moglie che va e viene da Soverato quattro volte. Mi accompagna a Soverato e poi ritorna altrimenti è costretta ad aspettare quattro ore e poi mi viene a prendere per tornare a casa".
I centri dialisi catanzaresi - all'ospedale Pugliese al policlinico universitario - non hanno posti disponibili. Si moltiplicano sprechi e sforzi che, una corretta gestione e organizzazione dell'offerta sanitaria, potrebbero al contrario limitare. "I costi sostenuti per il trasporto dei dializzati ammontano a 2 milioni di euro, si potrebbe risparmiare circa il 30%" precisa il responsabile Aned.