Dall'estate più torrida di sempre all'autunno all'improvviso: un crollo termico che causerà in Italia un boom di infezioni respiratorie, con «circa 150mila casi a settimana». Il virologo Fabrizio Pregliasco si aspetta questo impatto dal ciclone polare che sta investendo la Penisola.

«In questi giorni di sbalzi termici così marcati - spiega all'Adnkronos Salute il direttore della Scuola di Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano - è favorita la diffusione di tutti i virus respiratori e in particolare dei virus simil-influenzali, quindi adenovirus, enterovirus e rinovirus. È un classico», sottolinea l'esperto. «Lo sbalzo termico, lo sappiamo - ricorda - riduce l'azione protettiva di muco e ciglia che rivestono internamente le vie respiratorie. Salta cioè il 'meccanismo spazzino' che le ripulisce, quello che in gergo tecnico chiamiamo clearance muco-ciliare. Lo stress termico, ossia il passaggio dal caldo al freddo ma anche viceversa, è indifferente, lo blocca esponendo l'albero respiratorio agli attacchi virali».

Il meteo risveglierà dunque i cosiddetti virus 'cugini' della classica influenza invernale. Patogeni che in realtà, nella "stagione infinita" di quest'anno, non si sono mai addormentati più di tanto. «Ricordiamo che anche per tutta l'estate, a causa degli sbalzi termici che abbiamo avuto, la coda delle infezioni è stata lunghissima - rimarca Pregliasco - con la curva delle sindromi simil-influenzali che non è scesa praticamente mai sotto i livelli basali. Ora, con il crollo delle temperature, disegnerà un inizio di risalita». Mentre all'orizzonte restano l'influenza vera e propria e Covid: «In agosto c'è stata una fiammata di contagi da Sars-CoV-2», e siccome «le onde si ripetono ogni 4-6 mesi - prospetta il virologo - è presumibile che nel breve, complici le nuove varianti del coronavirus, se ne inneschi una nuova».