Il consiglio direttivo della Società italiana di cure palliative invoca un confronto con il commissario alla Sanità: «Questi servizi devono essere garantiti»
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Nei giorni scorsi, a Rende (Cosenza), si è riunito il Consiglio direttivo e l’Assemblea soci Calabria della Sicp, Società italiana di cure palliative, presieduti dal coordinatore regionale Francesco Nigro Imperiale, coadiuvato dalla segretaria Francesca Dalmastri. Il gruppo è composto anche da Francesca Arvino (RC), Antonino Iaria (RC), Giuseppe Stillo (CZ), Vincenzo Trapani Lombardo (RC), ha sede nell’Hospice S. Giuseppe Moscati di Cassano Jonio.
In sede di riunione si è discusso delle persistenti criticità della Rete di cure palliative in Calabria, dall’assenza delle unità organizzative(Uocp) in alcune Asp e della grave carenza di unità di cure domiciliari. A tal proposito è stato chiesto un incontro con Saverio Cotticelli, commissario ad acta per il piano di rientro in Calabria. «Ricordiamo che le cure palliative, che si occupano di assistere persone affette da patologie cronico-degenerative in fase avanzata a prognosi infausta, sono Lea (Livelli essenziali di assistenza), e che per legge devono essere garantiti» specificano in un comunicato aggiungendo: «Purtroppo molti pazienti non riescono ad accedere alle cure per scarsa informazione e mancanza di organizzazione dei servizi sanitari territoriali, quindi nella fase finale della vita muoiono in ospedale o in casa ricevendo cure non sempre adeguate». Le cure palliative non sono solo cure di fine vita per malati oncologici, ma anche attività simultanee ed integrate alle terapie specifiche per malati oncologici e non: «Attualmente, in Calabria sono operativi cinque Hospice accreditati convenzionati, per un totale di 50 posti letto ma come sottolineato sono insufficienti o assenti le cure palliative domiciliari ed ospedaliere in diverse Asp».