VIDEO | Sono risultati eccellenti quelli ottenuti dall'unità operativa di chirurgia Epatobiliopancreatica dell'ospedale Annunziata in grado di fornire risposte ai cittadini calabresi e arginare il fenomeno della emigrazione sanitaria. Il punto con il responsabile, Sebastiano Vaccarisi, che sarà anche ospite nella puntata di LaC Salute in onda mercoledì prossimo sulla nostra rete
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
«Da oltre 20 anni ci occupiamo di chirurgia generale. In particolare abbiamo sviluppato un'esperienza nella chirurgia epatobiliopancreatica, ovvero una parte della chirurgia generale abbastanza complessa specie per quanto riguarda i pazienti affetti da patologie oncologiche in questi distretti. Si tratta di avere la giusta esperienza nell'eseguire questi interventi, avere le tecnologie giuste, sale operatorie adeguate e anche un discorso aperto alla multidisciplinarietà, cioè ala collaborazione con colleghi di altre discipline per inquadrare bene il paziente prima di poterlo candidare agli interventi chirurgici più adeguati». Così Sebastiano Vaccarisi, direttore dell'Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Chirurgia Epatobiliopancreatica e Trapianti dell'azienda ospedaliera di Cosenza a proposito dei risultati raggiunti negli ultimi anni. Temi che saranno affrontati nel corso della prossima puntata di LaC Salute mercoledì 19 dicembre alle 13.30 e alle 20.00 su LaC Tv canale 19.
Le patologie trattate
«Oltre alle comuni patologie del distretto gastroenterologico, patologie oncologiche dello stomaco e del colon, per quanto riguarda le patologie epatobiliopancreatiche ci occupiamo delle metastasi del fegato, che sono molto frequenti perché molto frequente è il tumore del colon che può dare metastasi, della patologia oncologica primitiva del fegato, quindi l'epatocarcinoma, il colangiocarcinoma, il carcinoma della colecisti, insomma tutte le patologie che insistono in un distretto difficile, compreso anche il tumore del pancreas e i tumori principali delle vie biliari».
Il lavoro d'equipe
«Nell'Azienda Ospedaliera di Cosenza - spiega Vaccarisi - sono stati messi a punto numerosi Pdta, cioè dei percorsi diagnostico assistenziali, per quello che riguarda il mio lavoro, per la terapia chirurgica e non dei pazienti oncologici. Il Pdta è l'espressione più virtuosa della collaborazione tra colleghi di più specialistiche per ottimizzare le cure riguardo alle patologie complesse, in questo caso dei pazienti onologici. Quindi più specialisti, nella fattispecie della patologia epatobiliopancreatica, che si riuniscono attorno a un tavolo, discutono del caso clinico, in questo caso l'oncologo, l'anatomopatologo, il radiologo, il chirurgo, il radiologo interventista, il gastroenterologo, e decidono la strategia migliore per quel paziente».
I risultati nel tempo
«Io sono a Cosenza da circa 14 anni, provengo da studi effettuati al Policlinico di Pavia, ho lavorato a Torino in centri dove questa patologia veniva espressa in numeri e in qualità. Quindi ho portato la mia esperienza, l'ho affinata in questi anni insieme ad altri colleghi. Questo mi ha dato certamente la possibilità di esprimere queste mie attitudini. E negli ultimi quattro anni in particolare abbiamo potuto notare che i nostri numeri, i nostri risultati sono stati anche percepiti positivamente da Agenas. Sia in termini di quantità, crescente, e di qualità perché i pazienti si rivolgono a questo centro che nella sua fattispecie è un centro unico per l'ìntera regione. I pazienti che vengono trattati da noi non solo soltanto cosentini ma vengono anche dalle altre province calabresi. Quindi invece di emigrare fuori regione hanno fatto una migrazione intraregionale e da Reggio, da Vibo, da Crotone, da Catanzaro sono venuti qui a curarsi».
La qualità delle prestazioni
«Il percorso compiuto da me e dai miei collaboratori nell'arco di alcuni anni è stato difficile ma tenace. Abbiamo dovuto lavorare in equipe, lavorare in qualità e in umanizzazione delle cure per mettere il paziente al centro dell'attenzione. Tutto questo ci ha portato dei risultati importanti anche in termini di percezione della qualità. Sono stati espressi dei pareri positivi dai pazienti anche nei portali web, tramite lettere alla direzione generale. Sono stati loro, i pazienti, a farci capire che stavamo lavorando nella direzione giusta».
Il trapianto di rene
«Il trapianto di rene è qualcosa che io ho trovato in questa azienda e che per fortuna è stato portato dal prof. Petrassi già negli anni '90 - racconta Vaccarisi -. Dal '95 infatti questo centro è autorizzato ed è collegato alla chirurgia di cui sono responsabile attualmente. La nostra opera è andata avanti e quindi abbiamo continuato a fare questi trapianti, non ci siamo arresi difronte a delle difficoltà, alla scarsità di donatori e a donatori che diventano sempre più anziani, i cosiddetti donatori marginali. Quindi abbiamo eseguito trapianti con reni più difficili da trattare ma con ottimi risultati dal punto di vista della qualità. Chiaramente dal punto di vista delle donazioni la Calabria è sempre un po' fanalino di coda rispetto alle altre regioni italiane però la tendenza all'informazione circa la donazione degli organi, la morte cerebrale, continua a migliorare. Bisogna fare ancora molto però i numeri stanno cominciando a darci più soddisfazione. Devo dire, già in rianimazione qui a Cosenza sono stati trattati 7 donatori, quindi sono stati donati tanti organi. E 7 donatori contraddistinguono la nostra rianimazione come una rianimazione che ha già raggiunto l'obiettivo ministeriale. Come pure l'aver eseguito già a tutt'oggi 16 trapianti, contraddistinte il centro trapianti di Cosenza come un centro che ha i numeri sufficienti per quanto richiesto dal centro nazionale trapianti».
Tecniche avanzate
Passione e competenza caratterizzano il lavoro dell'equipe di Vaccarisi, a cui si aggiunge anche l'appoggio dell'Azienda. «La direzione generale - spiega - ci ha fornito ultimamente sale operatorie tecnologicamente avanzatissime e reparti che cominciano ad essere tutti nuovi. Anche dal punto di vista alberghiero il paziente percepirà un miglioramento anche nei giorni di ospedalizzazione. Anche operare in latitudini come le nostre è una scommessa che si può vincere».
Progetti
«Il prossimo traguardo - per il responsabile dell'unità epatobiliopancreatica - è di poter coordinare tutta la chirurgia di Cosenza e creare un gruppo a cui fare scuola, a cui dare la possibilità di esprimersi anche a livello di comunità nazionale con varie discipline interne, dall'epatobiliare, ai trapianti, alle patologie oncologiche del colon retto, e così via per dare alla città di Cosenza ma anche all'intera regione Calabria una chirurgia d'eccellenza».