VIDEO | Isolamento sociale e fenomeni di autolesionismo sono in spaventosa crescita tra i più piccoli e gli adolescenti. È quanto conferma il dirigente medico dell’ospedale Jazzolino Salvatore Braghò
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Preoccupa la variante inglese del Covid per l’alta trasmissibilità e per l'alto numero di bambini colpiti. Un dato confermato anche dal primario del reparto di pediatria dell'ospedale di Vibo Valentia Salvatore Braghò. Lo incontriamo al terzo piano dello Jazzolino. Il suo ufficio è una piccola stanza impreziosita dai disegni lasciati dai bambini che sono passati sotto il suo stetoscopio. Sulla scrivania una scatola di caramelle. È il modo per entrare in sintonia con i suoi piccoli pazienti.
Ci accoglie scrutando l’orologio, cinque minuti e poi dovrà tornare in corsia, dai suoi degenti: bambini oggi più che mai esposti a un virus invisibile che continua a far paura. «Capisco i timori delle mamme. È vero che ci sono più bambini contagiati rispetto allo scorso anno, ma la pericolosità del virus non è cambiata e raramente i piccoli devono ricorrere alle cure ospedaliere. Questo ci rende più sereni».
In provincia di Vibo situazione sotto controllo
In provincia di Vibo Valentia la situazione è sotto controllo dopo un'iniziale incertezza quando «a marzo dello scorso anno, abbiamo registrato uno spropositato numero di ingressi in ospedale dovuti alla non conoscenza della coronavirus». «Poi – continua - insieme alla Federazione italiana pediatri, presieduta a Vibo da Gianfranco Manfrida, abbiamo fatto fronte comune per fare rientrare l’allarme».
Oggi assistiamo però a un fenomeno inverso e non meno preoccupante. Per paura del Covid, molti genitori decidono, sbagliando, di procrastinare i controlli legati alle malattie croniche. «Rimandare visite o controlli - chiarisce il medico - porta a situazioni di gravità e di alto rischio».
Gli effetti collaterali del Covid sugli adolescenti
Ma c’è un aspetto ancora più preoccupante i cui effetti sono devastanti per tutta la società. «Alludo al disagio psicologico – spiega il pediatra - a cui sono andati incontro molti dei nostri figli costretti ad un isolamento sociale dovuto alla chiusura delle scuole. La didattica a distanza ha portato senza dubbio a molte ore passate in isolamento davanti a uno schermo. Abbiamo registrato in ospedale diverse situazioni di autolesionismo e in qualche caso di tentato suicidio».
Un disagio forte che i medici pediatri non intendono sottovalutare: «Non abbiamo mai abbassato la guardia su questo aspetto che non è trascurabile e che sicuramente tra gli adolescenti fa più danni del Covid».