L'Organizzazione mondiale della sanità: «Rappresenta probabilmente una scelta migliore perché può prevenire più ricoveri rispetto alle terapie alternative»
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La pillola antivirale Paxlovid di Pfizer, una combinazione dei principi attivi nirmatrelvir e ritonavir, è «fortemente raccomandata» dall'Organizzazione mondiale della sanità per i pazienti con Covid-19 non gravi, ma che sono a più alto rischio di ricovero in ospedale, come i non vaccinati, gli anziani o gli immunosoppressi. L'indicazione, pubblicata su 'The Bmj', arriva dagli esperti internazionali Oms del Gruppo per lo sviluppo delle linee guida dell'agenzia ginevrina. Nello stesso articolo, gli specialisti formulano anche una «raccomandazione condizionale (debole)» per l'antivirale remdesivir nella stessa categoria di malati Covid.
Gli esperti spiegano che, per i pazienti dei gruppi elencati, nirmatrelvir-ritonavir «rappresenta probabilmente una scelta migliore perché può prevenire più ricoveri rispetto alle terapie alternative, ha un minor rischio di potenziali effetti avversi rispetto a molnupiravir», l'altro antivirale orale anti-Covid, «ed è più facile da somministrare rispetto ai trattamenti per via endovenosa come remdesivir e anticorpi monoclonali». L'impiego di Paxlovid viene invece sconsigliato nei pazienti Covid a basso rischio, perché i benefici non sono significativi - puntualizzano gli specialisti - come pure nei malati con Covid-19 grave, perché al momento non ci sono dati sperimentali su questa categoria.
«I farmaci antivirali dovrebbero essere somministrati il prima possibile nel corso della malattia», sottolineano gli esperti. Il gruppo Oms segnala comunque per questi prodotti alcuni nodi relativi a «costi e risorse», che «potrebbero rendere difficile l'accesso nei Paesi reddito medio e basso», ed evidenzia che «l'accesso a questi farmaci è legato all'accesso ai test per la diagnosi di Sars-CoV-2, in particolare a quelli per intercettare l'infezione in fase iniziale». Infine, resta «incertezza riguardo al rischio che insorgano resistenze».
La raccomandazione per Paxlovid - spiegano i redattori delle linee guida Oms sul 'British Medical Journal' - si basa su nuovi dati di due studi randomizzati e controllati che hanno coinvolto 3.100 pazienti. In questi trial, si legge, «l'evidenza di certezza moderata ha mostrato che nirmatrelvir-ritonavir ha ridotto i ricoveri ospedalieri (84 in meno ogni 1.000 pazienti), l'evidenza a bassa certezza non ha suggerito alcuna differenza importante nella mortalità e l'evidenza ad alta certezza ha indicato poco o nessun rischio di effetti avversi che portano all'interruzione del farmaco».
La raccomandazione condizionale per remdesivir si basa invece su nuovi dati di 5 studi randomizzati controllati su 2.700 pazienti, e sostituisce una precedente raccomandazione contraria all'impiego del farmaco in tutti i pazienti Covid indipendentemente dalla gravità della malattia.
Le linee guida Oms vengono aggiornate progressivamente dal panel dedicato, con il supporto metodologico della Magic Evidence Ecosystem Foundation. Le raccomandazioni di oggi si aggiungono alle precedenti raccomandazioni condizionali per l'uso di molnupiravir in pazienti ad alto rischio con Covid-19 non grave; per l'impiego dei monoclonali sotrovimab o casirivimab-imdevimab in pazienti selezionati, e contro l'uso di plasma convalescente, ivermectina e idrossiclorochina in pazienti Covid indipendentemente dalla gravità della malattia. Per i pazienti con forme gravi, l'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità raccomanda fortemente i corticosteroidi, con l'aggiunta di bloccanti del recettore dell'interleuchina-6 (IL-6) o baricitinib.