Nel documento, dopo una breve ricostruzione storica delle tappe che hanno portato al commissariamento, si afferma: "Il Consiglio regionale esprime forte preoccupazione per la condizione in cui versa il Servizio Sanitario regionale, evidenzia che l'emigrazione sanitaria passiva registra costi mai raggiunti nel passato (286milioni di euro). E' questa una cifra addirittura superiore al gettito derivante dall'imposizione fiscale autonoma regionale che per i calabresi prevede l'applicazione di tariffe destinate al pagamento delle tasse più alte d'Italia; denuncia il fatto che in Calabria è disatteso il riconoscimento del diritto universale alla cura della salute del cittadino dal momento che non sono garantiti i livelli di assistenza: la Calabria si colloca al penultimo posto tra le Regioni italiane; denuncia inoltre che dall'anno 2009 ad oggi non si è registrata una effettiva ottimizzazione della spesa sanitaria. Infatti sono stati prevalentemente tagliati i servizi e non colpiti e ridotti gli sprechi".

 

Il documento punta l'indice poi contro il decreto commissariale n. 30/126 che "determina ulteriori inefficienze, squilibri, contraddizioni e impedisce ogni logica di programmazione razionale e innovativa, la proposta di nuova rete ospedaliera è stata delineata senza alcuna concertazione o consultazione istituzionale. Gli stessi direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie provinciali sono stati ignorati".


Pertanto "davanti all'esplosione di una diffusa protesta, che si è manifestata su tutto il territorio regionale da parte di tante rappresentanze sociali e della popolazione calabrese, lo stesso Ufficio del Commissario, evidenziando i termini di una programmazione approssimativa e assolutamente discrezionale, ha più volte rappresentato la necessità di apportare correttivi e modifiche",


Il Consiglio regionale


"Condivide la richiesta avanzata dal presidente della giunta regionale, da numerosi consigli e giunte comunali, da molteplici associazioni di categoria e rappresentanze sindacali di revocare i DCA n. 30/2016; n. 26/2016 e n. 25/2016
- chiede altresì si pervenga ad una nuova proposta di riorganizzazione attraverso l'attivazione di una adeguata concertazione istituzionale
- rivolge appello al governo nazionale affinchè assuma ogni utile iniziativa finalizzata al superamento della gestione commissariale del Servizio Sanitario Regionale calabrese. Auspica, inoltre, che posssa trovare compimento, anche attraverso l'emanazione di uno specifico decreto da parte del Consiglio dei Ministri, una iniziativa legislativa tesa al superamento dei Piani di rientro attualmente in vigore nelle regioni italiane e la conseguente soppressione delle relative gestioni commissariali".