Sono arrivate nei giorni scorsi e al momento si trovano nel deposito del policlinico universitario di Catanzaro. Sarà cura delle diverse strutture sanitarie provvedere al ritiro
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Sono state consegnate nei giorni scorsi anche in Calabria le prime confezioni della pillola antivirale, sviluppata da Merck, Lagevrio (molnupiravir) per il trattamento delle patologie connesse all'infezione da Covid. Il 28 dicembre scorso infatti L'Aifa ne aveva definito modalità e condizioni di somministrazione, una circostanza che aveva poi dato la stura alla distribuzione in tutta Italia.
Ebbene, in Calabria il farmaco è stato consegnato nei giorni scorsi: 120 confezioni complessive da assegnare alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. La Regione ha proceduto alla assegnazione ripartendo la prima fornitura: 26 all'azienda ospedaliera di Cosenza, 8 confezioni all'azienda ospedaliera di Catanzaro, 10 confezioni al policlinico universitario di Catanzaro, 42 al Gom di Reggio Calabria, 8 al presidio ospedaliero di Crotone, 22 al presidio ospedaliero di Vibo Valentia, 2 al presidio ospedaliero di Corigliano Rossano e 2 al presidio ospedaliero di Cetraro. Al momento le confezioni del farmaco si trovano nel deposito del policlinico universitario, sarà cura dei diversi ospedali provvedere al ritiro.
Bassetti: «Sarà una svolta»
«La pillola anti Covid della Merck sarà molto utile, secondo me è una svolta». Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, ha espresso all'Adnkronos Salute il suo entusiasmo sul molnupiravir. La prima terapia domiciliare contro Covid, prevede la somministrazione della pillola per 5 giorni, nei primi giorni dal contagio.
«Ci sono criteri molto precisi che ha definito Aifa per utilizzare l'antivirale - spiega l'infettivologo - fondamentalmente molto simili a quelli che usiamo per i monoclonali. Ovviamente - chiarisce - non è che puoi dare la pillola al primo che a 30 anni triplo-vaccinato ha i sintomi, non possiamo pensare che queste pillole da 700-800 euro al giorno vadano nei banchi della farmacia. Devono essere prescritte dallo specialista. Per questo, come i monoclonali, sono gestite dagli ospedali in collaborazione con i medici di base».
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