È un piatto molto più ghiotto del previsto quello delle amministrative che dovrebbero tenersi nella prossima primavera. Sì, perché nelle ultime settimane all’elenco dei comuni chiamati al voto se ne è aggiunto un altro di un certo rilievo. Stiamo parlando di Paola, centro nevralgico del tirreno cosentino di 14.000 abitanti, il cui consiglio comunale è stato sciolto per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri.

Insieme a Paola al voto saranno chiamati per scadenza naturale del mandato Cassano All’Ionio (16mila abitanti), Rende (36mila) dopo la fine del commissariamento per infiltrazioni mafiose, Isola Capo Rizzuto (17mila abitanti) e soprattutto Lamezia Terme (67mila abitanti).

Insieme a questi grossi centri si vota anche in diversi comuni più piccoli. Nel Catanzarese si voterà a Cropani, Jacurso (per l’improvvisa scomparsa del sindaco Ferdinando Serratore), Maida (per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri) e Petronà; nel Crotonese a Casabona, dove a inizio novembre si sono dimessi tutti i consiglieri dopo l’arresto del sindaco Franco Seminario e Melissa dove in giugno nessuno aveva proposto la sua candidatura a sindaco.

Si voterà anche nella bellissima Scilla, anche in questo caso in seguito allo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose, e San Luca dove alle ultime elezioni non erano state presentate liste. Sempre nel reggino si voterà a Marina di Gioiosa Ionica, Melito di Porto Salvo e San Lorenzo. Nel vibonese si voterà solo nel piccolo comune di Spadola.

Certo, le amministrative sono amministrative e la politica spesso è diluita nel civismo. Ma questo turno elettorale per il centrodestra rappresenta un banco di prova di una certa rilevanza.

Per la coalizione che governa la Regione l’obiettivo è riconquistare qualche amministrazione comunale di peso, visto che alle ultime amministrative ha avuto una debacle con le sconfitte a Corigliano Rossano e Vibo Valentia e la sola vittoria di rilievo a Gioia Tauro dove il centrosinistra praticamente non ha partecipato.

Partiamo proprio dall’ultimo comune chiamato al voto, ovvero Paola dove Forza Italia è praticamente implosa con il capogruppo uscente, Emira Ciodaro, e il suo gruppo che hanno deciso di riconsegnare le tessere al partito.

Ancora più interessante è la competizione di Rende e non solo per il peso economico della cittadina che è anche sede dell’Università della Calabria. Il centrodestra si era fatto promotore della fusione della città con Cosenza e Castrolibero e ha rimediato al referendum una sonora sconfitta. Anche qui, dopo i dieci anni di civismo dell’ex sindaco Marcello Manna, il centrodestra vorrebbe piazzare una sua bandierina in una città dalle forti radici riformiste.

C’è poi Lamezia Terme da difendere, unico grande comune in mano al centrodestra. Il sindaco uscente è Paolo Mascaro, ma la sua ricandidatura ancora non è stata ufficializzata per le ambizioni della Lega e quelle di Fratelli d’Italia. Certo il tempo stringe, ma anche qui a dare una mano è il Pd che si è praticamente spaccato fra chi sostiene Doris Lo Moro e quelli che sostengono la giovane avvocatessa Lidia Vescio.

Insomma il turno elettorale è un banco di prova per il centrodestra che deve dimostrare di avere un’aderenza sui territori dopo quasi tre anni di guida della Regione. Qualcuno legge infatti questo turno come le prove generali delle regionali che si terranno fra due anni. Non è il midterm americano, ma nemmeno un qualcosa da prendere politicamente sotto gamba.