C’è un calo di vocazione, e un disincentivo preoccupante, per i chirurghi italiani e questo problema inedito ha degli effetti ancora più preoccupanti nel sistema sanitario calabrese. Questa la base da cui sono partiti i medici riuniti a Vibo Valentia per il secondo congresso regionale dell’Acoi, la principale associazione che raggruppa i chirurghi italiani. 

 

I lavori hanno avuto una parte seminariale formativa e una parte più “politica”, in cui è stata espressa delusione per la mancata interlocuzione – più volte cercata – con il commissario al Piano di rientro Saverio Cotticelli, criticato anche per l’assenza ai lavori. Antonio Belcastro, dirigente del dipartimento Salute della Regione, ha invece partecipato al congresso, offrendo una importante e inedita sponda all’associazione, i cui rappresentanti – già nella prossima settimana – verranno ricevuti alla Cittadella, avviando un tavolo specifico. Peraltro, è stato anche riferito come sia cambiata la situazione all’origine dell’emigrazione sanitaria, visto che non sono più le cure oncologiche a spingere i calabresi a partire, bensì gli interventi chirurgici ginecologici.    

 

Dal congresso, la cui parte scientifica e organizzativa è stata curata da Carlo Talarico e Pasquale Castaldo, anche spunti in controtendenza. Come quello offerto dal professor Bruno Nardo, un vibonese di Soriano che da anni insegna a Bologna e, vincitore di un concorso per primario a Cosenza, è tornato in Calabria e non si è pentito.