VIDEO | Sono ancora tante le criticità del sistema di nefrologia e dialisi in Calabria legate soprattutto all'inadeguatezza delle strutture
Tutti gli articoli di Salute
Dopo diversi rinvii a causa della pandemia, anche quest’anno Aned, l’associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto ha celebrato a Catanzaro la giornata mondiale del rene, alla presenza tra gli altri dell’ex commissario alla sanità Massimo Scura. Un appuntamento che vuole richiamare l’attenzione sulla malattia renale e fare il punto della situazione sulla gestione del problema in Calabria. A preoccupare sono soprattutto la carenza di personale e l’inadeguatezza delle strutture, come ha sottolineato Pasquale Scarmozzino, dirigente nazionale Aned: «Si tratta di strutture sempre più fatiscenti dove non è consentito poter curare al meglio i pazienti. Cosenza e Palmi tra tutti ma poi ci sono anche quelle di Vibo, Serra San Bruno, Taurianova e Polistena». Ma se da una parte ci sono tante criticità dall’altra, ha aggiunto il respnsabile Aned, segnali di apertura arrivano dal dipartimento tutela della salute della Regione Calabria: «Abbiamo avviato un’interlocuzione con il neo direttore Giacomo Brancati e qualche riscontro positivo l’abbiamo avuto come l’approvazione della rete nefrodialitica e la commissione di vigilanza per il monitoraggio dei problemi delle malattie renali».
Recuperare i ritardi
Dunque dai vari interventi è emersa la necessità di riorganizzare ora il sistema che ha risentito fortemente della pandemia: «E questo va fatto non solo con l’impegno degli operatori sanitari ma anche della politica - ha sottolineato Salvatore Chiarella, direttore del reparto di nefrologia e dialisi dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro - che deve prendere atto che la nefrologia è una branca importante della medicina e quindi del nostro sistema sanitario nazionale». «A causa del Covid abbiamo accumulato ritardi anche di un anno, nel senso che i pazienti non accedevano alla struttura che nemmeno era in grado di accoglierli. È il momento ora di recuperare» per Teresa Papalia, direttore nefrologia e dialisi di Cosenza. «Quello che succederà ora sarà una grande occasione per la nefrologia – ha aggiunto Giuseppe Rombolà, presidente Società italiana nefrologia Lombardia – ma solo se ci saranno direttori sanitari, commissari alla sanità e assessori regionali con un disegno chiaro in testa per capire dove si vuole andare a parare. Altrimenti potrebbe essere disastroso».