«Auspico vivamente che la prossima seduta della Commissione sanità del Consiglio regionale della Calabria possa trattare e approvare, così come concordato durante l’ultima riunione, il testo di legge afferente l’integrazione tra i presidi ospedalieri catanzaresi» ad affermarlo è il consigliere regionale Baldo Esposito.

«Avrei voluto – aggiunge – che si procedesse da subito all’approvazione, ma, nella logica di un doveroso garbo istituzionale, ho compreso i motivi che hanno spinto i colleghi al rinvio: condividere l’importantissimo iter legislativo chiedendo la partecipazione in commissione del dottor Cotticelli, neo commissario ad acta della sanità calabrese. Nella qualità di consigliere regionale, da sempre attento a queste tematiche, nonché di vice presidente della Commissione Sanità,  – continua Esposito – sarò sempre sostenitore di quel dialogo e di quella collaborazione tra il Governo regionale e la struttura commissariale che, contrariamente ai tempi passati, dovrà essere proficua e duratura nell’interesse della totalità dei calabresi».

Un iter che dovrebbe concludersi presto: «Essendomi a lungo confrontato con il presidente della commissione Mirabello, nutro la ragionevole certezza che entro e non oltre la prossima seduta si approverà lo schema di legge, testo che poi dovrà necessariamente approdare alla prima assise utile dell’assemblea regionale. Se così non dovesse essere – chiosa – sarò pronto a sostenere le iniziative che il sindaco Sergio Abramo e l’intera amministrazione comunale di Catanzaro intenderanno porre in essere, al fine di evitare che si ritardi ancora un iter legislativo diventato ormai fondamentale per l’area centrale della Calabria».

«L’integrazione – conclude l’esponente politico – oltre alle innumerevoli ricadute positive più volte enunciate, consentirà inoltre di  poter gettare senza indugi le basi per la realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro, avviando così il percorso per la redazione dell’accordo di programma quadro, contestualmente al nosocomio che vedrà la luce a Cosenza.  In assenza dell’integrazione si correrebbe il concreto rischio di perdere il finanziamento».