Sono in calo i nuovi casi di tumore in Italia. A dirlo è l’Associazione italiana di oncologia medica Aiom nel rapporto annuale “I numeri del cancro 2019” presentato oggi al Ministero della salute. Dai dati emerge infatti che sono ben 2000 in meno le diagnosi per l’anno in corso rispetto al 2018, per un totale di 371mila. Ma in quali regioni italiane ci si ammala di più? Negli uomini i tassi di incidenza più elevati si registrano in Friuli Venezia Giulia (716 casi per 100.000 abitanti) e in Umbria (688 casi per 100.000 abitanti) mentre l’incidenza più bassa si registra in Calabria (559 casi per 100.000 abitanti). Nelle donne l’incidenza più alta si registra in Friuli Venezia Giulia (562 casi per 100.000) e Lombardia (535 per 100.000) mentre i valori più bassi si registrano in Calabria (408 casi per 100.000). Il tumore della mammella presenta il tasso più elevato in Friuli (204 casi per100.000 abitanti) ed il tasso più basso in Calabria (124 casi per 100.000 abitanti). I tumori del polmone mostrano l’incidenza più elevata negli uomini in Campania (112 casi per 100.000 abitanti) ma nelle donne è la Lombardia a far registrare l’incidenza più alta d’Italia (50 casi per 100.000 abitanti).

Gli effetti positivi degli screening

I trend per regione che emergono dal volume dell’Aiom, mostrano  che la diffusione degli screening, soprattutto al Nord, e la riduzione di fattori protettivi, soprattutto al Sud, stanno producendo effetti interessanti per chi si occupa di cura e programmazione. Una riduzione dell’incidenza è un indicatore positivo, segno della minor esposizione a fattori cancerogeni o dell’effetto dell’introduzione di programmi diagnostici in grado di identificare lesioni precoci. Una riduzione della mortalità è un fenomeno anch’esso sempre positivo, perché dovuto sia ad un calo del numero dei soggetti che si ammalano, come per il tumore del polmone negli uomini, sia alla disponibilità di cure sempre più efficaci, come per il tumore della mammella metastatico e il melanoma. Un aumento dell’incidenza non è sempre un segnale allarmante. Lo è quando dovuto a un’aumentata esposizione ai fattori causali, come sta avvenendo per il tumore del polmone nelle donne, correlato all’estensione del fumo di tabacco tra le donne. Non è invece un dato negativo se causato da un’anticipazione diagnostica, come accaduto in seguito all’introduzione di screening organizzati, ovvero screening cervicale, mammografia, ricerca del sangue occulto nelle feci. In questo caso l’aumento dell’incidenza rappresenta un’anticipazione della diagnosi di forme tumorali che naturalmente avrebbero dato segni clinici in tempi successivi. Un aumento della mortalità, al contrario, è sempre un evento sanitario negativo dovuto all’aumento dei soggetti che si ammalano in assenza di un miglioramento nelle terapie disponibili.

Incidenza per regione e mortalità

Negli uomini sono soprattutto le regioni del Nord che mostrano il calo più importante (-2,3% annuo in Emilia-Romagna, -2% in Trentino, -1,6 in Liguria e -1,5% in Veneto), più lieve il calo nelle regioni del Centro (-0,7%) e ancora più lieve nelle regioni del Sud (-0,4%). Al Sud l’incidenza per tutti i tumori cala lievemente in Campania ed in Sicilia, ma è stabile in Puglia ed in Calabria. La mortalità appare in calo in Italia in maniera significativa sia negli uomini (-0,9%) che nelle donne (-0,5%). Cala la mortalità per tumore dello stomaco (-2,4% negli uomini e -2,7% nelle donne), tranne che nelle regioni del Sud dove per gli uomini la mortalità è stabile. In diminuzione anche la mortalità per il tumore del colon-retto in Italia (-0,7% negli uomini e -0,9% nelle donne) e nelle regioni del centro-Nord dove molto alta è l’adesione agli screening oncologici; nelle regioni del Sud la mortalità appare stabile.