«Decreto Calabria bis, si tratta di un’occupazione politica “manu militari” degli apparati di governo della Sanità in Calabria, da parte della sinistra. È una vergogna!».

 

È quanto afferma il presidente del Gruppo Udc in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano.

 

«Altri tre anni di inutile commissariamento del diritto alla salute – attacca Graziano - dopo che gli ultimi 13 hanno portato nel baratro tutto il sistema di assistenza sanitaria della nostra Regione costringendo i calabresi ad emigrare anche per piccole patologie. Ospedali chiusi, servizi ridotti all’osso e disorganizzazione imperante, a fronte di uno sperpero esorbitante di risorse. Questo è un sopruso politico bello e buono da parte del Ministro della Salute».

 


«La bozza del nuovo decreto – aggiunge Graziano - è l’apoteosi del Commissariamento della Sanità nel quale vengono accentrati tutti i poteri, persino quello di tenere sottoposto il Dipartimento della Salute. Di fatto si toglie alla Regione la prerogativa, sancita dalla Costituzione, delle scelte amministrative e la volontà elettorale dei cittadini viene soppressa. Questa è la dittatura sanitaria pensata e applicata dalle sinistre per “gestire” la prossima campagna elettorale».

 

«Il nuovo commissario – precisa il capogruppo e vicesegretario regionale vicario dell’Udc - sarà ovviamente nominato dal Ministero e quindi dalla politica che regge le sorti del Dicastero della Salute e ai servigi della figura commissariale saranno assunti 25 nuove figure professionali inquadrate nel ruolo di dirigenti e funzionari. E queste persone saranno pagate con i soldi dei calabresi che hanno già le tasse al massimo delle aliquote senza avere in cambio un servizio sanitario degno di questo nome».

 


«Credo che la misura sia colma. Già in queste ore – conclude - insieme al segretario regionale Franco Talarico e al segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, siamo in contatto con tutti gli altri partiti del Centrodestra per promuovere una manifestazione di protesta contro questa nuova sciagurata e vile azione di boicottaggio della democrazia innescata dalla sinistra di governo».