Sale dello spoke inattivate per la mancata progettazione della Centrale gas medicali e del Gruppo elettrogeno. Il consigliere regionale Carlo Guccione inoltra una nuova interogazione a risposta scritta al governatore Oliverio
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«Quattro sale operatorie (Cardiochirurgia, Ortopedia e due di Chirurgia), costate 4.778.400,00 euro inaugurate più volte in modo farlocco e mai entrate in funzione». Un monumento allo spreco ed all’emigrazione sanitaria che, ovviamente, non risparmia e non ha risparmiato neanche Castrovillari, dove, a distanza di dieci anni, il blocco operatorio dell’ospedale Spoke risulta ancora «non collaudabile, visto che manca la progettazione della Centrale gas medicali e del Gruppo elettrogeno».
Il ruolo della Regione
E in questo, la Regione, quale ruolo avrebbe svolto? Ad ascoltare il consigliere Carlo Guccione «nessuno», sebbene le sollecitazioni e le interrogazioni ufficiali non siano mancate. La speranza, adesso, quantomeno di poterne sapere di più resta tutta affidata, se mai ci sarà, alla risposta alla nuova interrogazione a risposta scritta inoltrata al presidente Oliverio dallo stesso Guccione, che aveva effettuato anche «una visita ispettiva all’ospedale “Ferrari” di Castrovillari per verificare lo stato delle sale operatorie» e aveva avuto modo di «constatare personalmente lo stato di abbandono e l’impossibilità di utilizzare il Blocco operatorio».
«L’intero appalto non è stato gestito secondo i canoni e la normativa vigente in materia – ha spiegato Guccione dopo aver preso in esame la documentazione - . Emergono fatti e circostanze gravi, sprechi, inadempienze, difformità progettuali che hanno portato a una lievitazione dei costi e alla realizzazione di quattro sale operatorie che oggi non possono essere utilizzate nonostante formalmente i lavori risultino ultimati. Uno spreco che è costato ai cittadini circa 5 milioni di euro».
Le incongruenze già note
Guccione ricorda poi, dato da non sottovalutare, che già un anno fa, sempre in risposta all’interrogazione, veniva specificato che «il tecnico designato alla verifica della congruenza tra quanto progettato, appaltato e realizzato, dopo una puntuale ricognizione alla quale ha partecipato, in contraddittorio, personale indicato dalla Sapiolife», aveva «evidenziato situazioni discrasiche tra i lavori eseguiti e il progetto esecutivo, nonché differenze rispetto a quanto necessario per l’accreditamento delle sale operatorie». Inoltre era stato sottolineato che non si sarebbe potuto «procedere all’attivazione delle Sale operatorie, stante la mancanza della progettazione della Centrale Gas medicali, del Gruppo elettrogeno ed i lavori correlati all’utilizzazione da parte degli operatori quali spogliatoi e bagni, se prima non fosse stata percorsa la strada del finanziamento, della progettazione e dela gara di appalto per quelle stesse opere».
Questione di inerzia della politica?
Insomma, «una vicenda scandalosa», rimarca Guccione, che non nasconde la rabbia per il fatto che «la Regione Calabria, nonostante le numerose sollecitazioni, non sia stata in grado, o, per inerzia, non abbia voluto, mettere in atto quelle procedure necessarie a stabilire un cronoprogramma dei lavori per aprire finalmente il Blocco operatorio. Tale questione – le sue conclusioni - non può essere affrontata da parte della Regione in modo burocratico e ragionieristico. Tanti sprechi nella sanità sono frutto di una gestione che vede insieme la malapolitica ed i comitati d’affari che hanno lucrato centinaia di milioni dal sistema sanitario calabrese destinati alla cura dei cittadini. Credo tra l’altro sia opportuno segnalare alla Corte dei Conti e agli organi competenti la grave situazione che ha portato alla mancata apertura del Blocco operatorio». E tutto questo mentre i cittadini aspettano.