Il consigliere regionale si rivolge al commissario alla Sanità: «Si avvii un confronto con le associazioni a tutela dei pazienti»
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Nel farsi portavoce delle significative istanze che riguardano l'assistenza psichiatrica in Calabria il consigliere regionale Giuseppe Pedà, componente della Commissione regionale Sanità, ha scritto al commissario Massimo Scura chiedendo «un riscontro tempestivo rispetto all'esigenza di avviare un dialogo costruttivo con le associazioni del settore ed i rappresentanti territoriali dei soggetti affetti da malattie psichiatriche, e risposte certe sul piano delle tutele normative e degli interventi strategici». Lo riporta un comunicato stampa del Consiglio regionale.
L’esclusione dai tavoli tecnici
Lo riferisce un comunicato dell'ufficio stampa del Consiglio regionale. «La lettera inviata al Commissario - sostiene Pedà - segue l'accorato appello che ho ricevuto da parte dell'associazione 'Insieme per le Disabilità la quale lamenta l'esclusione dei rappresentanti delle persone affette da patologie psichiatriche, nonostante le formali richieste di audizione inoltrate, dai tavoli tecnici e decisionali finalizzati alla determinazione dal Piano Territoriale, con espresso riferimento alle Strutture psichiatriche. Appello che, nelle sue motivazioni etiche, umane ed anche politiche, non posso che condividere nella consapevolezza che le patologie psichiatriche, psichiche e/o anche solo comportamentali e relazionali non possano e non debbano essere relegate in secondo piano nella progettualità finalizzata a garantire la piena attuazione del diritto costituzionale alla Salute».
«Utenza fragile, avviare un confronto»
«Devo rimarcare come il livello esponenziale di tali patologie - prosegue Pedà - imponga un'attenzione prioritaria e suggerisca, al contempo, la previsione strategica di un piano di interventi quanto più possibile differenziato, esteso a tutto il territorio regionale ed efficace rispetto alle necessità di una utenza numerosa e - mi consenta - particolarmente fragile, al pari di quella che è afflitta da patologie caratterizzate da una 'fisicità' maggiormente pregnante. Alla luce di queste valutazioni, e nella consapevolezza che non mancherà di considerare tali istanze con l'attenzione e la scrupolosità che la delicatezza del tema trattato impone, richiedo espressamente l'avvio di un confronto e di un tavolo aperto con i rappresentanti delle associazioni di tutela dei soggetti affetti da patologie mentali, nella più ampia accezione del termine, per dare vita ad un dibattito quanto più possibile costruttivo e proficuo sulla previsione di interventi riabilitativi, di sostegno e di affiancamento specialistico agli ammalati ed alle loro famiglie, che troppo spesso sono lasciate sole in percorsi difficili, resi ancor più complicati dall'assenza di aiuto - ingiustificabile - da parte delle strutture pubbliche».