VIDEO-INTERVISTA | Il commissario della sanità Massimo Scura, che ha preso le redini dell'Azienda sanitaria, ha puntato il dito contro le scarse competenze di chi finora è stato chiamato a guidare il presidio reggino
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«A mali estremi, estremi rimedi». È questa la conclusione cui è giunto il commissario per il piano di rientro dal deficit sanitario, Massimo Scura, nel decidere di prendere in mano le redini della gestione dell'Asp di Reggio Calabria, divenuta ormai fuori controllo. Il plenipotenziario della sanità calabrese ha confermato ai microfoni di LaC News24 le criticità che da diversi anni attanagliano il sistema sanitario territoriale reggino: «Sono qui da tre anni e mezzo - ha dichiarato - e in questo lasso di tempo si sono succeduti commissari, sub-commissari e direttori generali ma è cambiato poco sia sotto il profilo economico che assistenziale». Continua a pesare come un macigno il "bubbone" del debito contratto dall'azienda e che pesa sui conti sanitari regionali.
Nessuno finora è riuscito a sbloccare la situazione di impasse e rimettere i conti in ordine, da qui la decisione di Massimo Scura di assumerne direttamente la responsabilità autonominadosi commissario dell'Asp reggina. «Ci sono problemi interni e problemi esterni. Tra quelli interni vi è ad esempio che chi è stato nominato alla guda dell'Asp non possedeva le giuste competenze. Tra quelli esterni vi è lo scarso supporto fornito dal dipartimento Tutela della Salute, dopo la rescissione del contratto con Kpmg. La Regione non ha aiutato questa azione - ha rimarcato Scura - al contario ha distrutto il dipartimento che avrebbe dovuto fungere da supporto».
Luana Costa
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