Doveva riprendere oggi il servizio vaccinazioni all’interno dell’Asp di Catanzaro. Invece così non è stato. Ufficialmente manca l’esito dei tamponi eseguiti sul personale e questo ha  portato ad un nuovo stop dopo quello arrivato già da tempo. Nell’ azienda sanitaria di Catanzaro infatti il responsabile del servizio vaccinazioni Rosario Raffa ha deciso per il blocco, interpretando in tal senso un’ordinanza della Regione. Sostanzialmente, per Raffa non possono essere erogati vaccini fino a che non verrà fornito di dispositivi di sicurezza il personale addetto, personale che ha fatto sottoporre ai tamponi per Coronavirus e i cui risultati sono ancora attesi.

 

Gli interrogativi delle mamme

Per velocizzare i tempi di riattivazione il sindaco del capoluogo Sergio Abramo ha anche acquistato personalmente dispositivi di protezione da donare alle risorse impiegate nel servizio, ma ad oggi il termine del 23 aprile, dead line per la riapertura è saltata. Sui social le mamme si interrogano, spiegano di avere da stamattina contattato il centro e di non avere avuto risposta, di avere trovato sempre occupato o di essere riuscite a parlare con qualcuno dopo molteplici tentativi. “Sarete richiamate”, questa la risposta che ha avuto chi è riuscito a parlare con l’ufficio. Intanto, il caso ha suscitato non poche polemiche da parte dei pediatri. Le aziende di Cosenza e Reggio non hanno mai sospeso il servizio.

 

«Non siamo al supermercato»

Sui social Raffa è perentorio: « Non ho la bacchetta magica contro il Coronavirus, sto solo cercando di rendere le vaccinazioni più sicure. Non è facile adeguare una struttura in un nuovo mondo, la cui agenda è dettata dal Coronavirus, quindi state tutti tranquilli, perché come dice Ilaria Capua: siamo nell'incertezza della massima incertezza». E ancora: «Il fatto che il professor Villani abbia detto che le vaccinazioni siano da fare a me sembra lapalissiano, ma non ha detto che gli operatori vaccinali devono vaccinare senza alcuna protezione, o come affermato da qualche mio illustre collega, basta la mascherina da commessa da supermarket. Non siamo al supermarket, siamo in prima linea contro il Covid. È sotto gli occhi di tutti l'ecatombe di medici, infermieri e farmacisti che questa epidemia ha procurato».

 

L'ordinanza della discordia

Il responsabile dell’Asp cita poi l’ordinanza della Regione Calabria: «Al fine di assicurare il contenimento della possibile diffusione del virus, è disposta fino al 3 aprile 2020 la sospensione di tutte le attività ambulatoriali erogate dalle Aziende sanitarie ed spedaliere, incluse le strutture private accreditate. Vanno fatte salve le prestazioni ambulatoriali recanti motivazioni d’urgenza, nonché quelle di dialisi, di radioterapia e quelle oncologiche-chemioterapiche. Sono sospese inoltre le attività intramoenia. Sono sospesi altresì, fino al 3 aprile 2020 i ricoveri in elezione e quindi differibili, sia di area medica, che di area chirurgica. Le strutture Pubbliche e Private accreditate procedono alla riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero sospesi ai sensi della presente ordinanza».

 

L'attacco

«Questa è l'ordinanza – afferma Raffa - mi dite per favore dove è scritto che le vaccinazioni dovevano rimanere aperte? Se così fosse, tutti i miei studi di italiano che ho fatto al liceo sono stati inutili, eppure qualche figura medica e politica, dice che io ho interpretato, sbagliando perché la Regione dice tutto il contrario». Se è pur vero che non si parla di proseguimento del servizio di vaccinazioni, non è nemmeno scritto che queste avrebbero dovute essere sospese. C’è poi il nodo dell’uniformità. Perché se altre aziende ospedaliere hanno agito in modo opposto e non hanno avuto alcun richiamo in merito, evidentemente non è stato ritenuta non lecita la continuazione del servizio.

 

Le norme per poter vaccinare i propri figli

In attesa della ripresa effettiva del servizio ecco le disposizioni: vaccini ad intervalli di 20 minuti tassativi, un solo genitore per ogni minore. Entrambi dovranno essere muniti di mascherina e disinfettare le mani con o senza guanti all’ingresso. Previsto anche il controllo della temperatura corporea avvalendosi di termometri laser.