Solo un docente su sei degli intervistati è riuscito ad effettuare il test sierologico gratuito, mentre un altro si è sottoposto a prelievo a sue spese. Sono queste le cifre che rendono evidente il caos che regna attorno agli screening di massa in vista della riapertura delle scuole. L'invito del ministero e dei presidi a sottoporsi al test per favorire una riapertura della scuola in sicurezza, sta creando non poche difficoltà.

 

E sebbene per gli insegnanti sia iniziato oggi il primo giorno di scuola, solo pochi fortunati sono riusciti ad eseguirlo. Le ragioni sono le più svariate. Emblematica la situazione a Vibo Valentia. Siamo stati al liceo statale Vito Capialbi che oggi ha riaperto i cancelli per il primo stress test: gli esami integrativi di idoneità. «Sono stato contattato dal mio medico curante – afferma un insegnante – il quale mi ha invitato a fare il test gratuito, che ho regolarmente svolto, mi ha rilasciato una certificazione che ho consegnato stamattina a scuola».

 

Non è andata meglio a un suo collega: «Io ho dovuto pagare il ticket per l'esame venoso e il ticket per l'esame Covid. Totale 30 euro». Un'altra insegnante avrebbe voluto eseguire il test. Il suo medico le ha comunicato di avere ricevuto i kit ma di non essere riuscito ad organizzare il tutto. Gli fa eco un altro docente: «I medici di base non hanno avuto il necessario supporto – dice – pertanto si sono rifiutati di eseguirlo. Se un paziente dovesse risultare positivo, lo studio medico nel quale è stato eseguito il test dovrà essere chiuso per 14 giorni».

 

Eppure l'Asp di Vibo, per i pazienti dei medici che non hanno aderito, ha fornito un apposito servizio. «Mi sono recata allo sportello – spiega un'altra insegnante - e l'addetto mi ha risposto che dovevo andare all'ufficio ticket, pagare 17 euro e prenotarmi... A questo punto lo faccio privatamente, senza dovere fare alcuna fila». Una partenza tutt'altro che serena, non solo per i test sierologici. Il liceo “Vito Capialbi”, con i suoi quasi 1.500 alunni, è alle prese con l'assenza di spazi che, stando alle parole del dirigente scolastico, costringeranno la scuola ad adottare la didattica integrata.

 


«Utilizzeremo la modalità di didattica integrata ad eccezione delle prime, perché l'obiettivo è la socializzazione – chiarisce il dirigente scolastico Antonello Scalamandré che si appella al presidente della Provincia di Vibo Valentia: «Quando Salvatore Solano individuerà altre aule, faremo didattica in presenza. Al momento non siamo in grado di ospitare tutti gli allievi, non possiamo contare neppure sulle 66 aule richieste. Mancano all'appello le 21 aule che la Provincia dovrebbe consegnare da qui al 24 settembre e che sono in via di allestimento all'istituto tecnico commerciale, l'ex ragioneria e al primo piano di Palazzo Ex Enel, ovvero nella sede dell'amministrazione provinciale.

 

«Chiedo al Presidente Solano di individuare altri spazi affinchè tutti gli alunni possano frequentare in presenza». In un clima di grande incertezza, l'emozione del primo giorno di scuola resta intatta, soprattutto per quegli studenti che dovranno affrontare l'ultimo anno scolastico. «È vero, mancano gli spazi per potere ricominciare al meglio – commenta Alessio Galati, rappresentante di Istituto – ma noi abbiamo una gran voglia di ripartire». Anche perché «l'ultimo anno è il più importante – dice emozionata una studentessa – temiamo di dovere fare lezione a distanza, ma siamo ottimisti, dai, una soluzione gli organi preposti la troveranno...».