Lo scorso 17 luglio deve essere piombata una vera e propria maledizione sull'ospedale di Cetraro, perché qualche ora più tardi della tragica morte di Santina Adamo, un'altra neo mamma ha vissuto momenti drammatici. La donna, M.F., incinta di 7 mesi e mezzo, ricoverata dal giorno precedente, sarebbe stata curata nel nosocomio cetrarese per delle coliche renali. Ma poco dopo le condizioni della donna sono peggiorate e i sanitari, capendo la gravità della situazione, hanno richiesto il trasferimento d'urgenza con il 118 all'ospedale di Cosenza, avvenuto, come è scritto sul referto, alle 13.05.


La diagnosi che scrivono i medici cetraresi è "colica renale in paziente gravida". Per quello viene curata. Ma quando la partoriente giunge all'ospedale Annunziata, i sanitari si rendono conto che il quadro clinico della paziente è grave e che affetta invece da preeclamsia, nota anche come gestosi, patologia caratterizzata principalmente da grave ipertensione arteriosa, una condizione che mette a rischio la salute della partoriente e del nascituro.

 

Tanto grave è la situazione che quando giunge all'ospedale bruzio, il dottore Morelli, impegnato in un'altra operazione, decide di operare tempestivamente M.F.. Salva per miracolo, dicono i medici, la donna si trova ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'Annunziata, mentre il piccolo, nato prematuro di 6 settimane, lotta con tutte le forze per rimanere aggrappato alla vita.

 

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