Approdano nel pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza, due pratiche di elevata complessità nel trattamento delle urgenze: la cardioversione elettrica e la sedoanalgesia. Si tratta di procedure, informa un comunicato della direzione generale del nosocomio, uniche nel panorama regionale eseguite nonostante la carenza d’organico e l’inadeguatezza degli spazi le difficoltà strutturali.

Il ripristino del normale ritmo cardiaco

«La cardioversione elettrica – spiega Michele Mitaritonno, direttore del pronto soccorso - è una procedura che viene effettuata in quei pazienti affetti da determinate aritmie, quali fibrillazione atriale, flutter atriale o tachicardia atriale, il cui trattamento farmacologico non ha sortito effetti. Questa procedura, da attuare entro le 48 ore dall'insorgenza dell'aritmia, ha la finalità di ripristinare il normale ritmo cardiaco evitando al paziente mesi di terapia anticoagulante e il disagio di controlli ambulatoriali seriali». Si effettua in sedazione profonda e prevede la somministrazione di una scarica elettrica a bassi voltaggi. «Assolutamente sicura – aggiunge Mitaritonno – consente al paziente, dopo due ore dal completamento della procedura, il ritorno a casa in totale autonomia».

Procedure contro il dolore

La Sedoanalgesia prevede la somministrazione di potenti farmaci analgesici, del gruppo degli oppiacei, associati a sedativi. Grazie a questa associazione di farmaci – informa il direttore del pronto soccorso – il paziente può essere sottoposto a procedure estremamente dolorose, come la riduzione di articolazioni lussate o piccoli interventi chirurgici, senza percepire dolore e senza avere memoria, talvolta anche questa sgradevole, dei momenti antecedenti l’esecuzione della procedura stessa e ciò grazie al fatto che alcuni dei farmaci utilizzati danno amnesia retrograda». Le procedure hanno comportato un investimento in formazione che in questo primo step ha coinvolto tre dirigenti medici: Federica Messineo, Rosa Perna e Stefania Montesano. «Ma - assicura Mitaritonno - è pronto il secondo step di formazione che coinvolgerà altri tre medici».