Finita la pausa quirinalizia anche il Partito democratico dovrà impegnarsi a ricostruire un tessuto sociale e politico che appare frantumato. Ecco priorità e ostacoli sulla strada del segretario regionale
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Finita la pausa quirinalizia anche il Pd calabrese deve riprendere il suo cammino. L’elezione di Nicola Irto, ha suscitato grandi aspettative da parte delle varie componenti democrat. Il pensiero fisso del neo segretario regionale, a questo punto, è quello di riuscire a chiudere tutti i congressi provinciali senza lacerazioni territoriali, nella speranza di poter archiviare una fase di commissariamento disastrosa sul piano politico ed elettorale. Tra l’altro la fase post quirinale consegna al paese un quadro politico in evoluzione e che potrebbe avere inevitabilmente le sue ripercussioni sul piano regionale.
La rigenerazione del Partito democratico
Allo stato sembra essersi risolta solo la diatriba catanzarese, che ha trovato nel giovane sindaco di San Pietro a Maida, Domenico Giampà, la sintesi per la segreteria provinciale “promuovendo” Giusi Iemma sostenuta dall’ex commissario regionale, alla presidenza dell’assemblea regionale del Pd. Una tregua. In attesa della vera partita per le candidature alle elezioni politiche. A Cosenza, invece, la mediazione è tutta in alto mare. Ancora nessuna mediazione tra il candidato Vittorio Pecoraro sostenuto dalla stragrande maggioranza dei big democrat cosentini e Maria Locantocandidata apertamente sostenuta da Francesco Boccia, commissario di Cosenza e membro della segreteria nazionale. Candidature comunque, sia a Catanzaro che a Cosenza orientate verso un rinnovamento generazionale. Un rinnovamento che comunque farebbe bene alla segreteria di Irto e che renderebbe la proposta di ri-generazione politica della sua mozione credibile.
Paradossalmente proprio a casa sua, Reggio Calabria, quel progetto di rigenerazione e di rinnovamento potrebbe essere messo in discussione dall’intenzione di Sebi Romeo di candidarsi a segretario provinciale, una candidatura che sta producendo non poche tensioni politiche in casa democrat in riva allo stretto. Per il nuovo segretario regionale del partito democratico della Calabria il percorso per mettere in condizione i democrat calabresi di riprendersi in mano il proprio destino è stato contorto, sofferto e ha lasciato sul campo morti e feriti oltre che, una voragine organizzativa senza precedenti. E i problemi non sembrano affatto finiti.
Il neo segretario dovrà gestire una fase politica estremamente delicata. Ci vorrà pazienza e determinazione per ricostruire e rigenerare un tessuto sociale e politico frantumato da una pessima gestione. Oltre che rigenerare il maggior partito del centrosinistra, infatti, bisognerà ricostruire, le alleanze politiche necessarie ad allargare il campo anche in vista delle elezioni politiche. Tra la prime tappe di questo percorso la gestione e la costruzione delle elezioni comunali di Catanzaro che ai nastri di partenza si ritrova già con tre candidati di estrazione di centrosinistra: Nicola Fiorita, Aldo Casalinuovo e Valerio Donato.
Partito debole e poco radicato
L’ex presidente del consiglio regionale, eredita, un partito logorato nel corpo organizzativo e nella credibilità. La partecipazione al congresso alla elezione degli organismi del partito non è stato un modello di partecipazione. Il Pd parla di partecipazione intorno al 70% ma non sono stati forniti dati certi. Anzi, alcuni dati rivelano la estrema fragilità del radicamento venuto fuori dalla nuova campagna di tesseramento. A Cosenza su 380 iscritti hanno partecipato in 180. A San Giovanni in Fiore, su 380 si sono recati a votare solo in 81. A Belvedere Marittimo su 250 iscritti hanno votato in 59. A Rossano su 265 hanno votato in 115. A Castrovillari su 150 iscritti hanno votato in 64. A Cotronei su 180 iscritti hanno votato in 63. Un partito del 20% che storicamente ha avuto 40-60 mila iscritti si è ridotto su scala regionale a meno di 10 mila iscritti. In decine e decine di comuni, il Pd, registra zero iscrizioni o poco più che qualche unità. In sostanza, il numero delle tessere, diventa significativo solo in quei territori dove lo scontro politico risulta più aspro.
Nella provincia di Reggio Calabria il 48% del tesseramento è concentrato solo in città. Tra l’altro, al dirigente democrat toccherà anche il compito di correggere alcune anomalie nell’approvazione dell’anagrafe degli iscritti. A Crotone, Cotronei, Reggio e Cosenza, sembra che si siano verificati degli incresciosi episodi e che hanno visto l’applicazione di due pesi e due misure nell’approvazione dell’adesione al Pd da parte di alcuni esponenti locali anche noti. Pare infatti che la scure del formalismo regolamentare rispetto ad una presunta “slealtà” verso il Partito democratico per alcuni è stata applicata con inflessibilità, mentre per altri, invece, è stata applicata una benevola tolleranza.
Il ruolo di Irto
Nicola Irto, è una persona intelligente, un dirigente giovane, il quale ha dalla sua un’importante esperienza istituzionale. Avrebbe potuto essere un ottimo candidato alla presidenza della giunta regionale con risultati molto esaltanti. La partita che ha di fronte, oggi, invece, è totalmente diversa dall’esperienza istituzionale. È una partita squisitamente politica. Se il neo segretario intende vincerla, dovrà rimuovere immediatamente i macigni politici che ha ereditato.
Gran parte delle responsabilità di tali macigni che ostacolano il percorso del nuovo segretario, sono da ricondurre al partito nazionale, reo di aver lasciato in mano a direzioni poco adeguate, un partito che, nonostante i suoi limiti, aveva comunque una sua storia e un suo radicamento, oggi distrutto da macroscopici errori politici.
Ricostruzione di un’alleanza credibile guardando al futuro
I pozzi della convivenza costruttiva nel centrosinistra calabrese sono stati avvelenati. Vanificando ogni possibile alleanza. Il risultato è noto: una doppia e catastrofica sconfitta alle regionali. A ciò, oggi si aggiunge un quadro politico estremamente modificato. All’orizzonte del quadro politico sembra profilarsi la nascita di un polo centrista che, proprio in Calabria, potrebbe avere uno dei maggiori protagonisti: il presidente della Regione, Mario Occhiuto. In un tale quadro, il Pd dovrà ridisegnare il suo ruolo di opposizione, guardando alla sua destra e alla sua sinistra.
Conte e il M5s che fino alla vicenda della elezione del Presidente della Repubblica sembravano fossero gli interlocutori principali sul piano nazionale, oggi, sarebbe ingenuo e poco intelligente, considerarli ancora alleati certi e affidabili. Il M5s è spaccato. Nei prossimi giorni si capirà come si schiereranno i parlamentari. La sottosegretaria di stato, Dalila Nesci, al momento, è l’unica che ha fatto sapere di essere al fianco di Di Maio. In questo quadro, il Pd dovrà ripensare il rapporto con gli altri esponenti dell’opposizione in consiglio regionale a cominciare dal movimento di De Magistris in consiglio regionale, fino ad oggi caratterizzato da grossolani errori, a causa del rapporto privilegiato con gli eletti pentastellati.
Le matasse del Pd
I problemi e le matasse che il segretario regionale del Pd dovrà sbrogliare, dunque, sono tanti e tante. La politica, sosteneva qualcuno, è l’arte del possibile. In Calabria ci sarebbero i margini per una ripartenza con il piede giusto. Ma il giovane dirigente democrat reggino dovrebbe sostanzialmente sciogliere il nodo che possiamo sintetizzare intorno ad un interrogativo di fondo: la rigenerazione del Pd contempla una radicale discontinuità con la gestione del recente passato? Il nocciolo della questione ruota tutto intorno a questo interrogativo.
Irto ha dichiarato che avrebbe «discusso con i territori subito dopo l’assemblea regionale e che i congressi provinciali si svolgeranno secondo il cronoprogramma previsto. C’è stata l’unità a livello regionale e dobbiamo lavorare affinché lo stesso spirito ci sia sui territori. Spero che il lavoro che si sta svolgendo da settimane porterà i suoi frutti ad ogni livello». Una dichiarazione che vuol dire tutto e niente. Significa puntare a candidati unici assecondando i disegni romani? Oppure trovare la sintesi unitaria che proviene dal basso e del territorio? Con la celebrazione dei congressi provinciali, dunque, si capirà bene verso quale direzione posizionerà la prua della barca Pd il nuovo segretario. Rimettere a posto il Pd regionale per Nicola Irto non sarà una passeggiata.