Mai un guizzo, uno scatto di reni, un colpo d'ala: il Pd di Letta è una mezz'asta. Del resto, Enrico non ha i tempi sinfonici. Men che meno, quelli comici. Riesce sempre, con rara perizia, a non stare sul pezzo. Si guarda bene persino dal lambirlo. Il pezzo. Vive di fantastiche asincronìe. Non ha talento musicale. Ama "fighettare" inutilmente lungo l'atlantismo di maniera. Di più. Nel solenne frangente dell'elezione del Presidente della Repubblica, ha malinconicamente reiterato lo stesso precetto: "Occorre preservare Draghi e Mattarella". Dopo di che? Una botta di vita che non ti dico. Un azzardo da brivido, ragazzi! Siamo alla tumulazione di ogni ardimento.

Al trionfo del "mammismo alLettato" che tutela la matria sindone di Mario e di Sergio. Roba per aiutosagrestani. Per timorati di Dio. Del mondo. Della vita. Purtuttavia, gli è andata di lusso. Talvolta, il gioco di rimessa paga. Così come, il rigor mortis della politica non intrapresa. Quella che ha ragion d'essere solo nel suo collasso. E se Edipo si segnalò al mondo come erotico "mammone" parricida, Enrico sarà tramandato ai posteri come "mammone" e basta. Ineludibilmente preservato, a sua volta, dentro la coltre sacra di Draghi e Mattarella.

Salvini, dal suo canto, in preda ad uno spettacolare fervore kamikazico, si è fatto saltare in aria grazie alla cintura dinamitarda sapientemente cucitagli addosso da Berlusconi, Draghi, Renzi, Di Maio, Meloni, Giorgetti, Fedriga e ciò che residua della salma di Letta. Il ragazzone del Carroccio, in realtà, ha lasciato che il suo corpo fosse maciullato in un rito tribale cannibalesco, con annesso orgiastico tripudio dei commensali. Dalla leadership alla leadercippa nel volgere di qualche giorno. Del resto, se oscilli come un pendolo tra Silvio, Casellati, Frattini, Cassese, il duo di Piadena, gli Alunni del Sole, Rocco e i suoi fratelli, Nico e i Gabbiani, Cartabia, Belloni e Carmelo Zappulla, rischi persino la nomination di Giucas Casella al Grande Fratello Vip, che nel frattempo ha sgamato la tua trastola con tale Giuseppi. Trastola per i più destabilizzante dell'ordine costituito, perché collusa, a sua volta, con Frattini (pericolosissimo sodale di Putin) e Belloni (capa dei servizi segreti). Con questi chiari di luna, ti becchi pure l'ostracismo del sindaco di Gardone Val Trompia.

Conte, dal seminterrato iperbarico della sua pochette, si è prodotto, invece, in un triplo salto mortale carpiato: il femminismo da balera. "Grazie, prego, scusi. Tornerò".

Secondo l'Avvocato del Popolo, l'ascesa al Colle di una donna, in quanto tale, è da considerarsi un fatto rivoluzionario. Qui siamo con le multipezze alla provincia del culo. La "reductio ad ficam" della politica, in verità propugnata anche da altri, è il trionfo del peggior conservatorismo similbiologico. Non è che mi diventi statista per appartenenza di genere! Se accordi ad un cromosoma il talento di avanguardia della svolta epocale, vuol dire che non capisci una mazza di femminismo. Peggio: confondi Rosa Luxemburg con un gamete. L'unica botta di vita sovversiva che passa il convento è il sedante, garbato, pudicissimo, protocollare testosterone bis del Professor Mattarella. Con lui saremo liberi dal Peccato e sicuri da ogni turbamento. Anche per oggi non si vola. Amen.