Il dato è inconfutabile, irresistito: l'avvento di SuperMario ha sin qui dragato (mai voce verbale fu più congrua) la palude delle contraddizioni, dei limiti e delle gracilità concettuali del piccolo politicare italico, i cui detriti sporgono ormai in superficie. Qui non si tratta di lasciarsi andare ad orgasmiche apologie del Verbo Finanziario: semmai, di prendere banalmente atto delle anemiche prestazioni di un ceto politico oltremodo sputtanato. Sia nella versione di governo che in quella parlamentare. Fatte salve, ovviamente, le pregevoli eccezioni.

Del resto, qualche sospetto circa la mediocrità dei nostri lo si nutriva ancor prima dell'ingresso in scena dell'Oltreuomo. Fatalmente, alla luce degli ultimi fatti, l'impressione è andata tramutando in certezza apodittica. Non si spiegherebbe, altrimenti, la timidezza balbettante di tutto il cucuzzaro al cospetto di Draghi, il quale ha allineato e coperto, in men che non si dica, caporali e caporalucci di partiti ormai esalati. Le mezzecalzette d'ordinanza, da destra a sinistra, volgono ormai al declino. Diventano un quarto di calzetta. E, progressivamente, meno di un quarto. Si fanno dissolvenza. Autocremandosi. «Agli sciocchi - diceva Carmelo Bene - è concessa la grazia divina dello stupore, il trip mistico». Ecco, ai politicantucci di recente conio resta solo questa ultima ebbrezza.

Nella migliore delle ipotesi, invece, fuochisti, macchinisti, uomini di fatica, ausiliari (Totò dixit), ancorché automuniti e militesenti, sono sempre più prossimi allo schianto contro l'asfalto inesorabile delle loro, diffuse insipienze. Ex Salvinici di "no euro" e di disdetti sovranismi, Grillettini dalla smarrita illibatezza, della serie «mai con Rocco Siffredi» o «mai con Juan El Caballo Loco» si avvitano in tripli salti carpiati. Una pochette in cerca di taschini più fighi, Zingarettielli senza fissa dimora, pressocché all'addiaccio, cercano riparo a bordo del Prestigio altrui, quasi a voler prendere in prestito Autorevolezze in transito da altri mondi. Dall'Iperuranio di Platone.

I più spassosi sono quelli di Leu, altrimenti detti Leucociti, per la loro granitica barriera immunitaria contro il virus del talento. Altro che Primato della Politica! Questi nostri simpatici sfigati sono la perfetta citazione del Primate puro (nell'accezione di mammifero), di ciò che era in origine, molto prima di Machiavelli, di Locke, di Hobbes,
Montesquieu e Kant, con i quali, evidentemente, gli sfigati di cui sopra non hanno mai intrattenuto il benché minimo, salutare intrallazzo. Sicché, Mario Draghi, dopo averne consultato i sibili, possa agevolmente dilaniarli. Con equilibrio, garbo, compostezza. Con la carezza feroce del Sapere. Che, nella specie, muta in sopraffina arte della Politica, trascendendo gli specialismi sofisticati della Tecnica, per tradursi in sintesi e mediazione tra divergenti interessi.

La pacchia per i pizzicagnoli di stanza a Chigi e in Parlamento, che confondono la "svolta della Bolognina" con una versione agli asparagi del tortellino emiliano, è finita. In verità, anche quanti ritengono essere la "Svolta di Fiuggi" una sorta di conversione ai benefici diuretici dell'oligominerale, sembrano destinati ad una sorte malevola. Ad ogni buon conto, da almeno trent'anni, le prerogative della Politica sono andate migrando verso poteri altri: da quello giudiziario a quello editoriale, passando per il totem finanziario. L'inedito, nel caso che ci riguarda, non è tale. Certo, mai come ora si era assistito alla mutilazione della Scienza Regia e, di contro, alla celebrazione della inettitudine più avanzata di paralumi, reggibraghe e banconisti di merce da dozzina. In tempi recentissimi, si è stati reclutati presso la politicanza che conta solo dopo aver dimostrato di saper firmare con apposita croce prescolare, unico dato probante della tua immunità ad infiltrazioni alfabetico- criminali.

Come dire, se sei bravo e ti sgamano, sono cazzi amari! Ti becchi il pubblico ludibrio sul web e la iniziazione alla lettura dell'Opera Omnia di Rosanna Fratello, senza il conforto del rito abbreviato. Del resto, la Conoscenza è altamente corruttiva. Sempre che si sia data una ripassatina a Michel Foucault. Cosa della quale dubitiamo fortemente. In politicaglia, la colpa più grave, quella da patibolo (con molti italiani a far da tricoteuses), è stazionare laddove abbia luogo il Pensiero. Di qui, le liste elettorali sovraffolate di amici e "tienimiilsacco" nominati. Per questo, l'entrata in scena del titanico Draghi è salvifica, ineludibile. Libera nos a Razzo! (nel senso dell'ex senatore, sublime simbolo dell'eccidio degli illuminismi.) Con buona pace di quanti prospettano scenari apocalittici di messa in liquidazione del Paese, come da paradigma "Grecia".

Già che ci sei, Mario, libera nos pure dagli uomini di mondo che si acquattano tra gli altri. Quelli, per capirci, con "tre anni di militare a Cuneo!" Te lo chiede l'Europa. Te lo chiede il mio elettrauto. Militesente.