Emana il gusto e l'aroma del dolce tipico silano riscoperto negli ultimi anni. E ora l'azienda di Andrea e dei suoi ragazzi puntano alla produzione di ulteriori prodotti derivanti sempre dalla pitta
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Gli ‘mpigliati vi faranno bere la celebre pitta di Natale. E infatti dopo il cornetto, ora arriva il liquore.
Era stata a lungo dimenticata, considerato un dolce dei poveri, senza più un futuro. Ma solo in pochi avevano capito che in realtà si trattava di un dolce ricco, che faceva sentire ricco soprattutto il Natale, quando ogni famiglia la preparava a casa. E soprattutto che aveva un luminoso futuro.
Poi negli anni ‘80 le prime aziende, i panifici, e il timido ritorno di questo dolce calabrese, conoscono in tanti paesi della nostra montagna. Ma è negli ultimi anni che succede qualcosa di incredibile, con i giovani di Dulcis in Fiore che riscoprono il piacere di questo dolce unico nel suo genere e iniziano una fortunata produzione tipica, secondo la ricetta originale. Un dolce che in Calabria viene prodotto in più parti, cambiando spesso nome, e con qualche ritocco agli ingredienti.
La pitta ‘mpigliata negli ultimi anni è diventata un fenomeno commerciale, riuscendo ad entrare in un mercato nazionale ed internazionale, soprattutto fra gli emigrati italiani in America e in altre parti del mondo. Giovani imprese hanno elaborato e rielaborato questo straordinario dolce, una bomba di piacere e di calorie, ma soprattutto di genuinità. E così dopo anche il cornetto ecco il liquore.
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‘Gli ‘mpigliati’ nascono da un’ idea del giovane Andrea Panetta, ingegnere silano. Dopo essersi avvicinato al mondo della creazione dei liquori, decise di crearne uno che rappresentasse il territorio. E quale dolce meglio della pitta ‘mpigliata? Un dolce tipico fatto di uva passa, miele, e noci. Un dolce storico, considerato che vi sono sue tracce già a fine ‘700.
Dopo un anno e mezzo di sperimentazione nella cucina di casa e dopo tanti problemi, Andrea ha fatto centro: ha creato un composto che, a seconda di come viene trattato, riesce a ‘trasferire’ il sapore e il profumo della pitta ‘mpigliata in diversi contesti e ottenere diversi prodotti.
Insieme alla moglie e a un gruppo di amici, decide di investire in questo progetto, creando così l’attività dal nome, guarda caso: “‘mpigliati”.
Lo scopo del gruppo era quello di creare il composto, fornirlo a diverse aziende (ad esempio al pasticcere per far la cioccolata, alla fabbrica di infusi per le tisane, etc), in modo tale da creare una rete tra diverse aziende produttrici, e dar così lustro e lavoro ad un vasto territorio.
Il primo prodotto di punta è il liquore ‘mpigliato, presentato sabato scorso davanti ad un luogo simbolo: di fronte la celebre Abbazia gioachimita di San Giovanni un Fiore.
Si tratta di un particolare tipo di liquido, che emana il gusto e l’aroma del dolce tipico silano. Ottimo sia a temperatura ambiente che ghiacciato, rappresenta un liquore unico nel suo genere, e si spera possa dare vita a una nuova e inedita categoria di liquori: quelli tratti dai dolci.
Andrea spiega che «la bevanda alcolica è stata realizzata nello stabilimento della ditta Sclafani di Palermo e, grazie alla loro maestria, si è riusciti a trasformare questa ricetta casalinga in un vero e proprio prodotto destinato alla vendita. Ci è piaciuto trasformare le origini del liquore in una storia illustrata, dove realtà e finzione, si mescolano nelle avventure di un giovane alchimista. Ecco la storia narrata nel packaging del liquore ‘mpigliato».
Tanto tanto tempo fa un giovane viaggiatore, un alchimista o un erborista forse, capitò sulle montagne della Sila. Un bel giorno sul finire della luce fu sorpreso da una furiosa tempesta di neve, il freddo era pungente ma per fortuna non era lontano da un piccolo borgo dove riuscì a ripararsi. Qui venne accolto e riscaldato in un ambiente familiare e accogliente, mangiò e bevve i buoni cibi della montagna e a fine pasto gli fu offerto un curioso dolce arrotolato. La sfoglia friabile nascondeva un cuore di noci e uva passa, impastato ad arte con aromi speziati e sapori vivaci. Ogni morso era un’esplosione di gusto e di emozioni. Stanco per il viaggio, andò a dormire e fece un lungo sonno ristoratore… L’indomani mattina si svegliò felice e sereno, poteva riprendere il suo viaggio, ma voleva portare con se un pezzo di quella bellissima accoglienza. Il padrone di casa, che parve avesse intuito il suo desiderio, gli donò un pò del dolce gustato la sera prima.
Il giovane sapeva che quella provvista sarebbe finita di lì a breve e non sarebbe stato facile trovarne di altra. Tornò quindi al villaggio e alla casa che lo aveva accolto dove confessò che gli sarebbe piaciuto provare ad estrarne l’essenza come aveva fatto tante volte per i fiori più rari e più profumati. Il padrone di casa diede il suo consenso e anche l’ultimo dolce rimasto. L’alchimista si mise subito a lavoro, e il suo risultato migliorava di volta in volta. Andò avanti così per diversi mesi, finché un giorno assaggiò e i suoi occhi si piegarono in un’espressione di meraviglia, la bocca si socchiuse e sorrise soddisfatto. Capì che ci era riuscito”.
Andrea e gli altri ragazzi puntano, dopo il liquore, alla produzione di ulteriori prodotti derivanti dalla pitta ‘mpigliata.
In programma c’è un prodotto ogni tre mesi. Un progetto ambizioso, non facile, ma i ragazzi sanno che devono vincere la sfida, devono dimostrare che anche im Calabria, anche fra le montagne della Sila, si può. E quel leggendario alchimista può continuare a vivere e far sognare.