L'azienda è nata con lo scopo di recuperare e produrre il primo amaro naturale dei monaci dell'Abate Gioacchino da Fiore. La ricetta rimane ancora oggi segreta
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A San Giovanni in Fiore, la capitale della Sila, nel 1996 nasce un’azienda familiare con lo scopo di recuperare e produrre il primo Amaro naturale dei monaci dell'Abate Gioacchino da Fiore.
In pochi anni l’azienda conquista il mercato con prodotti che ripropongono le antiche ricette dei contadini silani. L’azienda cresce, le produzioni diventano tante, il successo sorride alla famiglia Alessio. Poi arrivano le nuove generazioni e rilevano l’azienda. Dando nuovi impulsi, superando le tante difficoltà, le cicliche crisi economiche, e una devastante epidemia da Covid.
Dunque nel 1996 dopo anni di studi e ricerche Franco Alessio fonda l’azienda Sapori Silani, che con la sua scomparsa cambia assetti sociali e viene gestita dal figlio Ivano. Sapori Silani nasce con l’obiettivo di dare nuova vita a prodotti tradizionali, spesso di produzione domestica, che rischiavano mano a mano di scomparire. L’operazione è innanzitutto culturale, tesa alla conservazione e valorizzazione di vecchie tradizioni, oltre a quella di produrre degli ottimi liquori strettamente legati al territorio.
L’Amaro dell’Abate è il primo prodotto, subito molto gradito. Cerchiamo di capire come si sia arrivati a questo amaro così fortunato. «La Sila - dice il giovane Ivano Alessio,- nei suoi boschi e nelle sue radure è ricca di essenze aromatiche dal profumo inebriante e dalle molteplici proprietà curative. Numerose sono le erbe officinali presenti nel patrimonio floristico della Sila, alcune di queste sono esclusive dei rilievi calabresi, altre sono esclusive dell’Appennino meridionale».
Qualcosa ci riporta all’anno mille, quando i monaci florensi si insediarono nel territorio che sarebbe poi divenuta la città di San Giovanni in Fiore. «Proprio dalla loro antica tradizione liquoristica e dalla loro usanza di collezionare le erbe per la produzione di liquori digestivi attraverso l’utilizzo di erbe silane, nasce l’Amaro dell’Abate, che si ottiene per macerazione in acqua distillata e alcool purissimo. L’Amaro dell’Abate è composto da una miscellanea di erbe amare ed aromatiche tutte provenienti dal territorio silano, la cui ricetta è tenuta ad oggi rigorosamente segreta».
A naso l’Amaro dell’Abate sprigiona tutti i profumi delle erbe montane, senza essere troppo invadente. «Senza essere troppo invadente, il gusto risulta amaro al punto giusto seguito da un lungo finale ricco di sentori freschi e aromatici. Con una gradazione del 35%».
E poi c’è una grappa potentissima e molto diffusa nella storia della gelida Sila, le cui tracce si trovano sul finire del ‘500, quando queste montagne erano il regno del gelo e della neve. La Paisanella fino agli anni ‘70 veniva fatta quasi in ogni casa, e poteva raggiungere addirittura i 70º e più. Una grappa contadina silana conosciuta ovunque. Alessio l’ha recuperata e rimessa in produzione. «La grappa tradizionale silana dal gusto deciso, è molto ricercata dagli intenditori e dagli amanti dei sapori forti calabresi. Grappa di produzione storicamente contadina, ha come caratteristica un'alta gradazione alcolica. La Paisanella di San Giovanni in Fiore è ottenuta dalla selezione delle pregiate vinacce provenienti dai vitigni Gaglioppo, Magliocco, Greco e piccole partite di altre varietà locali, quindi tutte calabresi».
Ma c’è una storia importante alla base. La storia racconta che la preparazione della Paisanella risalga all'ultimo decennio del ‘500 quando i contadini di Calabria iniziarono sui monti della Sila a distillare con metodi artigianali le vinacce locali. Con la stessa passione di allora e con oltre un secolo di esperienza oggi si continua la tradizione distillando le migliori vinacce per ottenere una grappa pregiatissima.
L’azienda Sapori Silani è oggi in mano alle nuove generazioni. Si apre una nuova strada per il suo futuro. «L’azienda da poco tempo è gestita dal sottoscritto - dice Ivano. «Ho rilevato l’azienda di famiglia. Questa giovane azienda locale è l’esempio, quindi, di un’imprenditorialità nuova, attenta alle tradizioni e alle risorse del luogo, segno di un cambiamento che è già cominciato».
Nella realtà silana nascono nuove aziende giovani, si valorizzano sempre più le antiche tradizioni, si riscoprono gusti antichi. E soprattutto si comincia a cooperare, ci si associa per stare meglio sul mercato. Un deciso cambio di mentalità.
«La cooperazione è la base per affrontare un periodo che dopo il covid ci ha segnato. Infatti da agosto di un anno fa la mia azienda e altre 5 aziende del territorio di San Giovanni in Fiore abbiamo fondato la Fiorgusto srls che non è altro che uno strumento di collaborazione e di formazione tra aziende, perché solo lavorando in gruppo si possono raggiungere obbiettivi che ogni singola azienda sola non riesce».
Ivano ha le idee chiare e porta avanti l’azienda di famiglia. Lo fa con impegno e determinazione. Nonostante la Calabria stia vivendo un momento difficile. «Purtroppo in Calabria, ma soprattutto nel nostro territorio, mancano le persone che vogliono fare imprenditoria, non c’è altra arma per combattere uno spopolamento di massa, dobbiamo sfruttare turismo ed agricoltura, creando più servizi».