Gianluca Fuoco, 45 anni di Parenti (Cs), da sempre vive e si occupa di agricoltura. Anzi è un combattente sui temi più scottanti del settore agroalimentare.
Ci vediamo ed entra subito nel merito facendomi vedere una tavola imbandita con i migliori prodotti dell’orto: «Se osserviamo bene questa tavola, si può capire che non c'è niente di comprato al supermercato. Tutti prodotti dell'orto e del bosco: olio extravergine di oliva dell'azienda agricola Sole di Demetra, vino prodotto dalla Tenuta Paese, e via così. Se tutti noi facessimo così, mangeremmo in modo sicuro e salubre e le multinazionali perderebbero il potere che stanno acquistando anno dopo anno. Ricordiamoci che con piccoli gesti, ma fatti da tutti, il mondo può cambiare. Il potere lo ha il popolo non i governanti».
Già, ma il popolo purtroppo questo non lo sa!

Gianluca ha frequentato l'Istituto Tecnico Agrario di Cosenza ottenendo il diploma di Perito agrario. «Da anni mi batto per i problemi che attanagliano il nostro settore, ma con scarsi risultati».

L'azienda di Gianluca si chiama "Azienda agricola il Sole della Sila" nasce nel 2008, ma Gianluca lavorava da sempre con il papà sempre in azienda di famiglia.
«Produciamo patate su terreni di montagna a 1350 m.s.l.m. irrigate con acque di sorgente raccolta in degli invasi. Dopo la raccolta vengono confezionate e spedite in tutta Italia dove sono molto apprezzate, anno dopo anno sempre di più. Cerchiamo di migliorare sempre più la produzione sperimentando nuovi concimi e genetiche nuove in modo da ridurre i trattamenti anticrittogamici e non solo».

Non è facile fare agricoltura, in questa epoca di forti mutamenti climatici, di costi alle stelle, di un mercato che si contrae e di una grande incertezza economica.

«Oggigiorno fare agricoltura, investire nei campi decine di migliaia di euro e sperare che vada male ad altri colleghi per poter spuntare buoni prezzi, è del tutto fuori luogo e da ignoranti. Il mondo cambia, la situazione geopolitica è in continuo fermento e in questo fermento ci sono le multinazionali che foraggiano governi corrotti, e insieme decidono le loro enormi speculazioni».

Ma pesa molto questo clima ormai impazzito, che sta provocando grandi sconvolgimenti.

«I cambiamenti climatici sono ormai palpabili giorno dopo giorno e negarlo sarebbe da ottusi, l'agricoltura purtroppo è schiava di tutto ciò, ma può liberarsi da queste catene se gli imprenditori iniziano a modificare il modo di fare attività».

Ma cosa significa questo?

«Diminuire gli ettari coltivati, fare un tipo di coltivazione più di precisione e attenzione ai piccoli particolari, invece di puntare sulle grandi superfici, cosa che in Sila non ci possiamo permettere. I mercati si affrontano con serietà e qualità vera, non con pubblicità dove di veritiero c'è poco. Ormai il consumatore finale cerca il prodotto buono. Spesso dietro grandi marchi non c'è tutta la qualità che uno cerca».

Sul profilo Facebook di Gianluca si legge su una foto che ritrae un terreno fortemente danneggiato: «Questo è un campo di un agricoltore, come vengono chiamati dai nostri venditori di aria. Non aggiungo altro, a voi le considerazioni».

L’ennesimo attacco dei cinghiali, anche il violento maltempo, le grandinate, il fuoco, insomma per l’agricoltore è una battaglia continua. Ma questo credo avvenga sin dall’inizio della storia dell’uomo.

«Per quanto riguarda i malanni che un agricoltore deve subire, ci possono stare tutti, ma i cinghiali no. Il passatempo di qualcuno si è trasformato in una piaga per tutti, specialmente per noi che ci vediamo distruggere giorno dopo giorno il nostro lavoro e la cosa più umiliante è la presa per i fondelli dei nostri politici».

Il Made in Calabria funziona. È sempre più un marchio di qualità. Di recente anche da Torino sono venuti a toccare con mano come lavora l’azienda di Fuoco. Di sicuro la Sila è una cornice perfetta per un opera d'arte come la natura.

«Il nome Calabria è un buon biglietto da visita, ottimo per i prodotti agroalimentari, purtroppo non sempre poi si riesce a mantenere questo buon nome, tanti preferiscono vendere prodotti che in Calabria hanno solo sostato per un po'».

Ma chi compra nelle nostre aziende agricole?

«I nostri clienti sempre più numerosi, sono per la maggior parte del Nord Italia, cercano sempre il prodotto secondo gli standard qualitativi migliori, sono riuscito a far capire tante cose riguardanti le nostre patate, che in pochi anni hanno portato ottimi risultati.
Confezione biodegradabili, costose di sicuro, ma che garantisce una buona tenuta del prodotto».

Con Gianluca parliamo di questa strana annata agricola, e dei mesi in cui è accaduto di tutto, gettando nell’angoscia i nostri agricoltori.

«Questa campagna è iniziata male e il finale è un gran punto interrogativo. I miei campi devo dire che sono molto promettenti, a breve inizio la raccolta.» Speriamo bene.