Chiara Barracco ha un cognome importante, che ha una storia, che ha pesato molto in Calabria, soprattutto nelle aree silane e crotonesi. Chiara è figlia di Mirella e Maurizio Barracco, cui si deve lo straordinario progetto di Napoli Novantanove, diventato un punto di riferimento per la cultura, l’arte, la storia del nostro altopiano. Ma non solo. E nemmeno solo della Calabria. 

Quella dei Barracco è una storica famiglia di proprietari terrieri tra i più grandi d’Italia. Poi la storia ha cambiato le carte in tavola ed è successo quello che possiamo leggere nei libri di storia.     
Incontriamo Chiara nel suo rifugio di Torre di Camigliati, dove vive molti mesi all’anno, dividendosi tra la Calabria e Napoli. Chiara ama la terra, ama la natura, anzi lei e l’ambiente circostante sono un tutt’uno, tanto che diventa difficile perfino distinguerli. Perché Chiara è una combattente, di quelle che ha capito che nella vita se non c’è un rapporto diretto, quasi carnale con gli elementi della natura, non ci può essere pace, non ci può essere quiete interiore. Quello che lei ha trovato in quest’angolo di paradiso, dove ha costruito un modo nuovo, naturale, vero di vivere, anche di fare una forma d’impresa alternativa. Così ha legato la sua personale storia alla terra e ai lavori della tradizione, mettendo radici, facendo impresa con un approccio vincente e soprattutto sostenibile. Rimanendo in questo territorio al quale la famiglia Barracco è profondamente legata.


«La passione per le erbe l’ho scoperta durante il lockdown. "B Botanical" è un progetto nel quale sono inciampata durante le lunghe ore, giorni interi di passeggiate durante le quali ho scoperto le fioriture selvatiche. E da lì in poi non ho più smesso. Quest’anno i mesi di maggio e giugno in Sila sono stati abbaglianti, l’esplosione botanica stupefacente ricca di colori e profumi che tengono compagnia allo spirito». 

Chiara spiega meglio cosa sia "B Botanical" : «È un progetto declinato su fronti diversi. Ci sono le piante officinali e da mangiare, il design floreale sostenibile e duraturo - composizioni decorative dallo stile anglosassone - e le foto nelle quali cerco di catturare la bellezza delle piante. Fotografo le composizioni fatte con piccolissimi fiori di campo e le erbe appena raccolte. E poi le declino su diversi supporti: magliette, ma anche tazze. stampe artistiche. Molto lavoro fatto a mano, che agevola la meditazione e i tempi lenti».


I clienti sono soprattutto privati, ma anche aziende sono interessate; per questo Chiara sta lavorando per ottenere la certificazione delle fioriture spontanee nel fondo di Camigliati, gia certificato  biologico e vincolato in gran parte dal 1989 dall’allora Ministero per i Beni Culturali e Ambientali proprio per «una maggiore tutela della meravigliosa cornice ambientale, costituita da alberi secolari, quadri di suggestiva bellezza godibili da strada pubblica, nonché composizioni naturali legate conformazione del terreno e all’accidentabilità dei colli».

Non sembri così facile quello che fa Chiara con "B Botanical" : «Per arrivare a un chilo di soli fiori di camomilla, per esempio, serve selezionare un raccolto dal peso dieci volte superiore. Il lavoro di setaccio, ad un tavolone, lo abbiamo fatto in gruppo. E questo stare fra donne, è un ritorno all’antico, alle chiacchiere lente, ai confronti. E fa davvero un gran bene».


Chiara ama la Calabria, la Sila, questo angolo di paradiso a due passi da Camigliatello: «Per mesi seguo soprattutto le attività legate all’ospitalità e alla promozione del territorio, anche attraverso il Museo la Nave della Sila. Chi vuole può affrontare il percorso di Norman Douglas, lo scrittore e grande esploratore che agli inizi del Novecento soggiornò ed attraversò a piedi la Calabria. Ed è così che si innamorò della nostra  terra e che raccontò in Old Calabria, che è il nome che abbiamo dato al parco virtuale letterario intestato a lui e ai viaggiatori del Grand Tour di cui Torre di Camigliati ospita il centro visitatori dove la fondazione Napoli Novantanove gestisce gli eventi culturali da oltre 20 anni».


Chiara con la Fondazione Napoli Novantanove è al fianco di mamma Mirella.  «La Fondazione è stata una scommessa dei miei genitori che mia sorella Sila ed io condividiamo dai tempi della scuola e che ha cambiato la percezione di arte, creatività e cultura, considerandole sin dall’inizi degli anni ‘80, risorse straordinarie. Sempre con lo stesso schema: custodire, valorizzare e tramandare. Con amore e passione».