Amare la Sila più profonda, sfidare paure e avversità, crederci anche quando sembra che non ci sia più futuro. Due fratelli, Francesco e Luca, di 30 e 31 anni, alla fine del liceo devono decidere cosa fare da grandi. Nonno Francesco è in qualche modo un pioniere di Lorica. Papà Roberto ha continuato con testardaggine a credere in quello sperduto angolo di paradiso della Sila Grande. Poi è arrivato il turno dei due fratelli. 

Francesco racconta che «fin da bambino, d’estate quando non c’era scuola, aiutavo mio nonno Francesco all’allevamento di trote, non mi pesava e non mi è mai pesato lavorare quando gli altri, i miei coetanei erano in ferie».

Finito il liceo classico, nel 2010 Francesco si è iscritto all’Università della Calabria. Ma dopo appena sei mesi ha tratto le conclusioni: «Quella vita non faceva per me, mi sentivo sprecato e sentivo di perder tempo. Così dissi a mio padre che non volevo più continuare e che volevo entrare a far parte delle attività di famiglia per creare a Lorica qualcosa di nuovo insieme a mio fratello».

Anche Luca decide di non continuare gli studi, dedicandosi anima e corpo al rilancio turistico del bellissimo villaggio silano.  Così ad aprile del 2011 danno vita ad una nuova società insieme al papà Roberto, già attivo a Lorica da tanto tempo. Dopo un anno partecipano ad un bando pubblico della Provincia di Cosenza relativo alla navigabilità del lago Arvo.

«Abbiamo vinto -dicono i due fratelli- perché siamo stati gli unici che abbiamo rifiutato i soldi per la gestione. Ci siamo fatti un mutuo bancario per acquistare la nostra prima imbarcazione e tutte le attrezzature».

Inizia così la navigabilità del lago, uno dei più belli d’Italia, e questa cosa diventa in breve tempo il più importante fattore attrattivo dell’Altopiano, successivamente abbinato alle corse del treno storico della Sila. Da quel momento il turismo a Lorica comincia a crescere, dopo un ventennio di crisi profonda.

Qualche anno dopo il lancio del battello sul lago, i due intraprendenti fratelli fanno un altro passo avanti: «Decidemmo di prendere in gestione la pista bob che fece papà nel 1999 insieme al fratello e ai cugini. Di cui oggi ne siamo proprietari insieme ad un campo per principianti da sci. E poi il battello elettrico, una serie di bike boat sul lago, un B&B, il ristorante Lupus in Fabula ed uno Ski shop». Ma due anni fa Francesco e Luca hanno riunito tutte le loro attività sotto un unico Brand: LORICALY. Una mossa molto intelligente e di successo.

Non pensiate sia stato facile, perché i due ragazzi hanno avuto momenti difficili, hanno dovuto sudare dalla mattina alla sera, ma non hanno mai perso la fiducia.

Francesco e Luca ricordano il nonno Francesco: «Era una persona sempre disponibile con tutti e amata da tutti. Capocentro del Centro di viabilità della Provincia di Cosenza a Lorica, oltre che imprenditore. In qualche modo ha fondato il villaggio di Lorica perché anche i suoi fratelli e parenti hanno tuttora qui diverse attività turistiche e commerciali. Ci ha insegnato tanto ed ancora oggi, che non c’è più da ormai quasi 5 anni, i suoi insegnamenti tornano sempre utili».

Il papà Roberto ha insegnato ai due ragazzi la forza di volontà e la determinazione, raccomandando loro l’umiltà e la capacità di resistere e lavorare sempre a testa bassa.

«Abbiamo passato momenti duri, ma siamo andati avanti, e tutta la nostra famiglia ci ha sostenuto. Oggi tutti hanno scoperto le potenzialità della Sila, e tutti vorrebbero investire a Lorica. Nostro padre aveva visto avanti di decenni e non ha mai mollato  anche quando siamo stati 8-9 anni senza impianti di risalita, e a Lorica c’eravamo solo noi, tutti i giorni, in qualsiasi condizione meteo».

Lorica in questi ultimi anni sembra rinata grazie ai giovani imprenditori che hanno profondamente rinnovato l’offerta turistico, gastronomica, alberghiera. «Come già detto prima, Lorica e la Sila tutta stanno cambiando rotta. La nostra montagna si sta piazzando nel panorama delle montagne italiane più apprezzate, cosa che prima era del tutto sconosciuta in Sila. Ci sono sempre più giovani che come noi decidono di restare o comunque di tornare perché, come dice sempre mio padre, è tutto una montagna di oro coperta da uno strato di polvere solo da spolverare!».

Con Francesco e Luca ragioniamo su cosa manca a Lorica per essere un richiamo turistico per tutto l’anno. «I periodi vuoti a Lorica stanno diminuendo sempre di più. Infatti siamo passati da lavorare solo ad agosto e dicembre fino ad avere presenze quasi tutto l’anno. Rispetto al mare dove si può vivere e operare solo d’estate, la montagna è bella e attraente in tutte le stagioni. Dobbiamo solo cambiare il modo di vedere le cose, e credo sia arrivato anche il nostro momento: la Sila e la Calabria avranno tutto ciò che meritano».

Rimanere è stato quindi un atto di coraggio. Soprattutto in quei momenti in cui la montagna viveva in condizioni di abbandono. «Sì, rimanere è stato un atto di coraggio, ma anche forza di volontà e passione, amore per la nostra terra, che non abbiamo mai messo in dubbio. Eravamo certi che Lorica sarebbe decollata, noi ci abbiamo creduto e ci crederemo sempre. C’è bisogno che lo capiscano i nostri conterranei: la Sila può e deve essere un volano per tutta la Calabria».