Christian Bonacci, 21 anni, una passione per i cavalli. Da bambino ammirava la giovane mamma Lidia lavorare nell’azienda agricola del nonno Andrieri. Poi Lidia l’ha fatta propria divenendo contadina a tempo pieno.

Ma il piccolo Christian sognava i cavalli ed ora finalmente il suo sogno si è realizzato. Ha uno spazio tutto suo a fianco all’azienda della mamma, in Sila, alle porte di San Giovanni in Fiore. E si è specializzato frequentando apposite scuole e corsi. Così a soli 21 anni può dire orgogliosamente: «Sí, da tre anni faccio lezioni, ho degli allievi, e addestro i cavalli di chi me lo chiede».

Non è comune un ventenne che ama un lavoro così duro…
«Seguo l’istinto tramandato dalla nostra famiglia, di generazione in generazione. Abbiamo la terra ed il lavoro nel sangue».

Così giovane e già pronto.
«Piano piano, poco a poco, vorrei arrivare a fare un centro tutto mio».

Cristian, sei già un fenomeno.
«Sono l’unico istruttore in Calabria della scuola italiana di horseman, che ha rappresentato per me la svolta nel mio percorso con i cavalli. E cito le parole che ho imparato nella nostra scuola: “Questo percorso si basa su un valore irrinunciabile per i membri della Scuola di horseman: il Rispetto per i cavalli e per le persone”. Nel rapporto uomo-cavallo, rispetto significa in primo luogo, conoscenza».

Ma cosa trova di speciale nel cavallo un ragazzo così giovane?
«Il cavallo riesce a convivere con l’uomo, che è un predatore, facendolo serenamente, con il rispetto reciproco. Ciò avviene se l'uomo si pone con rispetto e fiducia di fronte a lui. Prima arrivi al cuore del tuo cavallo, poi alla sua mente e infine al suo fisico!»

Mamma Lidia ha sempre seguito il giovanissimo Christian. Una contadina vera, instancabile. Non si arrende mai. Lei ha ereditato dal suo straordinario padre l’amore per la terra.
«Mamma è una donna forte, una vera lavoratrice, mi ha insegnato tutto della vita ed è sempre stata al mio fianco, soprattutto nei momenti difficili. Credo che in primis mi abbia trasmesso l’amore per la natura e per la terra e poi la costanza nel realizzare i propri sogni. Mi ha insegnato a combattere ogni giorno e nonostante le difficoltà a realizzare quello che fa stare bene».

E poi c’è il tuo papà. 
«Mio padre mi ha insegnato l’amore per la famiglia, perché anche se ha sempre lavorato all’estero e non era molto presente, nonostante le difficoltà, il ritorno in famiglia era sempre una gioia, e comunque faceva capire tanto del vero significato della famiglia».

Un ventenne diverso da tutti gli altri. Ma poi forse un po’ ti manca il mondo di oggi, i tuoi coetanei. Perché avere un allevamento comporta tanti sacrifici e rinunce.
«Non mi manca nulla di questo mondo, amo ciò che faccio anche perché i cavalli mi hanno aiutato a riprendermi dai miei problemi di salute ed a rialzarmi più forte di prima. Mi reputo fortunato a fare ciò che faccio, a fare tanti sacrifici, e non mi importa se non esistono feste o vacanze, a me basta avere i miei cavalli al mio fianco. Sono uno ragazzo che non si identifica in questa generazione, che non si sa quale direzione stia prendendo».

Recentemente in azienda è arrivato un cavallo americano, anzi una cavalla, una razza davvero particolare. Che tu ami molto.
«È la razza che ho sempre sognato di avere e di allevare, amo il mondo della monta americana. I cavalli americani per me hanno una marcia in più, sono buonissimi e molto predisposti al lavoro, ottimi compagni di vita. Poi con lei si prospetta anche un futuro da agonisti, vista la sua linea di sangue da lavoro».

Qual è il tuo sogno?
«Avere un centro tutto mio qui in Calabria, e portare il mondo equestre ad avere più rispetto per questo animale fantastico, che al mondo d’oggi viene usato come se fosse un oggetto e che se non soddisfa i nostri requisiti umanizzati viene scartato, perché per noi non è adatto. Voglio lottare perché questo animale fantastico e molto intelligente sia più rispettato e amato».