Dopo alcuni passati tra Germania, Olanda e Belgio Gianfranco Marra ha deciso di tornare a San Giovanni in Fiore per aprire un birrificio. Adesso il nuovo obiettivo e dare vita a una cantina in un tunnel del 1300
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C’è un importante risveglio dei giovani delle aree interne della Calabria, soprattutto quelli della grande area dell’altopiano della Sila, in tutti i suoi versanti. C’è un notevole dinamismo di questi ragazzi che si rifiutano di continuare a vivere in una sorta di terra abbandonata, senza prospettive, senza futuro. Come purtroppo è stato per molti decenni.
Gianfranco Marra è uno dei tanti ragazzi calabresi che ha deciso di vivere il suo destino in Calabria. Lo sa benissimo che non è facile, ma Gianfranco insieme a tanti altri giovani è la dimostrazione che si può fare, anche in montagna, nonostante le tante difficoltà. I giovani ora sanno che in Calabria si può rimanere e si può investire, malgrado tutte le classifiche dicano il contrario.
C’è una generazione che sta dimostrando che la Calabria è vivibile, bella e accogliente, e può offrire importanti opportunità di crescita e di sviluppo. Gianfranco aveva lasciato la sua Sila. Ha girato molto, è stato anche a Berlino per tre anni e mezzo e in quella splendida città ha scoperto il mondo della birra artigianale, che fra l’altro per lui era un mondo sconosciuto, considerato che fino a qualche anno per tutti noi le birre erano solo quelle industriali.
«Avendo scoperto le Craft beer in Germania, mi sono appassionato e ho iniziato a girare tra i vari birrifici e brew-pub artigianali di Berlino». Successivamente, Gianfranco ha cominciato a viaggiare anche per altri paesi, in Olanda e nel Belgio, dove ha proseguito con la scoperta di altri brew-pub nella zona.
«Questo, fino al mio ritorno in Calabria. Giunto nella mia terra, non trovando lavoro, mi dico: “Qui il lavoro devo inventarmelo”. Così ho deciso di iniziare a fare birra artigianale. Era il 2016 quando ho iniziato come beer-firm!».
E così inizia come beer-firm nel birrificio di Giovino a Catanzaro Lido; questo per qualche mese, per poi passare al birrificio di Blandino situato in località Strongoli Marina (KR). «Dopo un paio di anni decido di creare il mio di birrificio a San Giovanni in Fiore, anche se inizialmente si tratta di un piccolo impianto da 150 litri. Decisione presa perché possedevo già un pub e l’obiettivo principale era di realizzare un brew-pub, oltre che dedicarmi anche alla vendita online tramite il sito internet. Era un piccolo birrificio, in quanto più accessibile anche a livello economico».
Le birre che il birrificio Magia propone sono diverse. C’è la Golden Ale, tra le prime ricette che produceva anche come beer-firm. Si chiama Pica, possiede 4,8 % vol ed è una miscela di malti d’orzo tra Pilsner e Pale Ale. La particolarità di questa birra sta nei luppoli utilizzati (Magnum e Northern Brewer), che sono coltivati proprio a cinque metri dal birrificio.
«Io produco 11 tipologie diverse di birre. Una delle quali è la Sila. Le mie birre sono artigianali completamente fatte a mano. Non contengono nessun tipo di sostanze chimiche tipo conservanti o stabilizzanti del prodotto. Produco anche i luppoli in Sila. La birra Sila è stata creata per esprimere l’amore che provo verso il mio territorio valorizzando i prodotti più poveri della mia terra».
I prodotti utilizzati dal birrificio sono le patate viola e le gemme di pino. La birra Sila è una birra bionda da 5,5 vol. %. Creata con patate viola oltre ai malti d‘orzo e gemme di pino dal sapore balsamico con una leggera nota terrosa.
«Un’altra birra che propongo è la Volpe, una birra rossa (Red Ale) da 6,5 % vol. La particolarità di questa birra sta nel mix composto da più di sei malti d’orzo e cereali, che danno vita a una birra fantastica. Credo che sia la mia preferita! Ci ho lavorato tanto per perfezionarla, perché rappresenta il mio stile di birra preferito. Successivamente c’è l’American Pale Ale da 7% vol. realizzata con oltre quattro luppoli diversi, tra cui il Cryo Hops. Una birra a cui pratico ovviamente il dry-hopping».
Ed essendo nel territorio degli abati, Gianfranco propone anche la birra Abate Gioacchino, che è una birra al miele. La particolarità di questa birra è, avendo la famiglia un mandorleto, il miele di mandorlo. Un miele molto pregiato, che possiede addirittura un retrogusto leggermente amarognolo. «Sorprendentemente ha fatto registrare un notevole gradimento la birra Sila, una birra veramente ottima, dal gusto piacevole e rinfrescante. È una birra unica, che ho creato io, e la puoi trovare solo qui al birrificio Magia e da nessun’altra parte».
Quanto contano i fattori tradizione e territorialità nei prodotti? «La territorialità nei prodotti conta tantissimo come ad esempio nella Pica, con il luppolo coltivato a San Giovanni in Fiore. Territorialità che si ritrova anche con L’abate Giacchino, attraverso il miele di mandorlo prodotto in zona, e La Sila, con i due ingredienti più poveri del territorio. Ingredienti poveri ma estremamente particolari, che dovrebbero essere sfruttati in altri settori e non solo per i “classici” scopi».
Per il futuro Gianfranco ha in mente qualcosa che coinvolgerà sempre il territorio. In primis il birrificio, adiacente a un tunnel storico che risale intorno al 1300 e collega le due chiese del paese (L’abbazia Florense con la chiesa Cappuccini e non solo). «Spero che, una parte di questo particolarissimo tunnel, divenga presto la cantina in cui avrei intenzione di produrre degli stili di birra da invecchiare in botte».