La storiaccia del ballo a San Giovanni in Fiore della governatrice è una colossale figuraccia nazionale. Siamo in Calabria, regione nella quale tutto è possibile e, soprattutto, terra dove una buona parte dei rappresentanti delle istituzioni sono delle barzellette viventi, in alcuni casi, anche immorali. Vergognoso anche il silenzio della politica locale sulla vicenda, non solo delle forze alleate della presidente ma, soprattutto, dell’opposizione (ASCOLTA L'AUDIO)
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Circa 2 settimane fa la Presidente della Regione Calabria ha emesso l’ordinanza dell’obbligo della mascherina anche all’aperto su tutto il territorio regionale. Nella stessa ordinanza erano previste sanzioni fino a 1000 euro per i trasgressori. Un provvedimento, quello della Santelli, in anticipo di quasi due settimane rispetto alle decisioni governative che decorrono invece dalla mezzanotte di oggi. Due giorni fa, sempre la governatrice della Regione, è stata beccata a ballare la tarantella in un locale pubblico con centinaia di persone accalcate e senza mascherina in un festino organizzato in onore della sua pupilla Rosaria Succurro, neo eletta sindaco di San Giovanni in Fiore.
La tarantella e il video divenuto virale
Il video ha fatto il giro di tutte le maggiori redazioni nazionali. Ci sono state prese di posizione politiche ed editoriali. Il Prefetto di Cosenza ai nostri microfoni ha dichiarato che chi ricopre una funzione istituzionale deve avere senso di responsabilità. Quel senso di responsabilità che a Iolanda Santelli, governatrice della Calabria, evidentemente, è venuto meno, sempre che, ce l’abbia mai avuto.
In qualsiasi nazione seria un comportamento del genere sarebbe stato sanzionato dalle forze dell’ordine e la protagonista dello scempio istituzionale si sarebbe dovuta dimettere il giorno dopo. Ma noi siamo una Nazione seria? Macché!!!! Siamo in Calabria, regione nella quale tutto è possibile. Terra dove una buona parte dei rappresentanti delle istituzioni sono delle barzellette viventi, in alcuni casi, anche immorali. Iolanda Santelli è una di questi rappresentanti. E, infatti, non solo la Governatrice non si è dimessa, ma non ha avvertito nemmeno il bisogno di chiedere scusa. Un silenzio arrogante il suo, e d’altronde, la Santelli, è abituata a ben altri pronunciamenti, come quello del “non me fotte niente”, dichiarato in diretta nella trasmissione radiofonica Un giorno da Pecora, oppure il “mi avete rotto i c…” affermato nel mezzo di una conferenza stampa, non si capisce contro chi e cosa. Questa storia, dunque, per ridare dignità alla Regione, alle istituzioni ma, soprattutto, a quegli operatori sanitari calabresi che ogni giorno cercano di riscattare con la loro professionalità un disastrato sistema sanitario distrutto dalla politica, dovrebbe concludersi semplicemente con le dimissioni di Iolanda Santelli dal ruolo che ricopre.
La responsabilità istituzionale
La governatrice, infatti, ha dimostrato in questa occasione di non possedere quello spirito di responsabilità istituzionale, indispensabile per chiunque ricopra un delicato ruolo pubblico. Quello spirito di responsabilità che, giustamente, ha invocato il prefetto di Cosenza ai nostri microfoni. La Governatrice della Calabria ha offeso e infangato quel ruolo proprio nel pieno di una emergenza sanitaria. Un atteggiamento, quello della Santelli, inaccettabile dal massimo responsabile della sanità pubblica regionale.
Quale credibilità può esercitare prossimamente il Presidente della Regione, il quale, a suon di tarantella e di accalcamenti, si è beffata delle regole che ella stessa ha emanato? Quale esempio ha dato agli studenti che in questi giorni stanno riempendo le classi e che stentano a trovare il giusto equilibrio tra comportamenti corretti sul piano sanitario e spensieratezza giovanile? E che cosa succederebbe se qualcuno che ha partecipato a quel festino di San Giovanni in Fiore dovesse risultare positivo? Penoso e irresponsabile comportamento anche quello della neo sindaca della capitale della Sila, Rosaria Succurro. Se l’approccio è questo verso il rispetto delle norme sanitarie, i sangiovannesi farebbero bene a non dormire sonni tranquilli.
Il silenzio della politica
Vergognoso anche il silenzio della politica calabrese sulla vicenda non solo delle forze alleate della Santelli ma, soprattutto, dell’opposizione.
Che fine hanno fatto gli Aieta, i Guccione, il capogruppo PD nel consiglio regionale, Mimmo Bevacqua? Sarebbe interessante conoscere in quale buco nero hanno infilato la testa, considerato che non hanno speso una parola sulla vicenda. “Voglio trovare un senso a questa storia anche se questa storia un senso non ce l'ha”, avrebbe detto Vasco Rossi. Presidente Santelli ci aiuti lei a trovare il senso: chieda scusa e si dimetta perché non è più credibile. Il suo silenzio è una provocazione e un’offesa a tutti i calabresi!