La resistenza ucraina all’avanzata russa è indiscutibile. Ad oggi i combattimenti per le strade di Severodonetsk continuano a imperversare. Metà della città è stata presa dai russi e l’altra metà resiste, cercando di non “perdere un colpo”. Le forze armate ucraine stanno difendendo la metà della città respingendo gli attacchi nemici. Si parla di almeno 10 civili feriti nelle ultime 24 ore, ma questo numero è imprecisato a causa della mancanza di comunicazione con l’altra parte della città.

Le trasmissioni, così come i servizi principali di acqua e luce sono interrotti. Il sindaco della città Alexander Stryuk, in onda sulla TV nazionale ha dichiarato: «La città è ancora ucraina e i difensori possono ancora mettere fuori combattimento gli occupanti. Purtroppo, l’avanzata del nemico in prima linea ha diviso la città a metà, ma ci stiamo ancora difendendo. La città è ancora ucraina. Le forze armate dell'Ucraina tengono la linea di difesa e, si spera, scacceranno gli orchi da lì, nel prossimo futuro».

Secondo l’ultima analisi aggiornata al 30 maggio dell’ISW (Institute fo the Study of War) le forze russe stanno continuato senza tregua gli assalti di terra a Severodonetsk e dintorni. Come anche confermato dal Sindaco della città, le forze russe controllano la periferia nord-est e sud-est della città e stanno continuando a guadagnare terreno all'interno della stessa. Fonti ucraine e russe hanno riferito che sono in corso combattimenti a sud di Severodonetsk a Toshkivka, Ustynivka, Voronove, Borivske e Metolkine, mentre le forze russe continuano gli sforzi per completare l'accerchiamento di Severodonetsk da sud.

Inoltre le forze russe stanno trasferendo grandi quantità di personale e attrezzature nell'area per rafforzare le operazioni ed espellere le Forze Armate ucraine. Un canale Telegram russo ha affermato che le forze russe controllano l'intera sponda meridionale del fiume Siverskyi Donets, ad eccezione della parte del fiume che scorre attraverso Severodonetsk.

Tutto coinciderebbe con la prima previsione avanzata dall’Istituto di ricerca, che spiegava la nuova strategia di attacco dell’armata “rossa” sugli Oblast del Donbass.

A detta del capo dell'amministrazione ucraina della regione di Lugansk, Sergey Gaidai/Haidai, sarebbe tutto confermato così come confermata la poderosa resistenza operata dalle truppe ucraine. Non si cessa di parlare di combattimenti anche sull'autostrada che collega Severodonetsk e Lysichansk con Bakhmut e sul resto del territorio controllato dagli ucraini.

Difatti le unità russe stanno perseguendo l’idea di impadronirsi dell'autostrada Lisichansk-Bakhmut, come già accennato in un precedente articolo, proprio per creare un vuoto e un’interruzione di comunicazione logistico/strategica. «L'uso dell'autostrada Lisichansk-Bakhmut è pericoloso, stiamo utilizzando opzioni più sicure per l'evacuazione e il trasporto di merci umanitarie» ha affermato Sergey Gaidai.

Gaidai avrebbe anche chiesto ai cittadini rimasti in città, di stare nei centri di accoglienza, poiché per la pericolosità degli scontri in atto, l'evacuazione dei civili dalla regione di Luhansk è stata interrotta. Gaidai ha anche riferito che le truppe russe sono di fatto stanziate nella periferia nord-orientale e sud-orientale di Severodonetsk e questo ha permesso loro di occupare una metà della città.  

Severodonetsk e Lysichansk, situati a sud-ovest dell’Oblast, formano un significativo agglomerato urbano. Questi sono gli ultimi grandi insediamenti sul territorio della regione del Luhansk che rimangono sotto il controllo di Kiev.  Riuscire ad occuparli, significherebbe per la Russia, ottenere una prima vittoria. Quella che apparterrebbe al “Programma Minimo”. Una vittoria non solo strategica, ma anche e soprattutto simbolica. Visto il malcontento che serpeggia tra gli ufficiali russi impiegati nella battaglia del Donbass. 

Ma come si è arrivati ad oggi?

Questa avanzata è stata possibile, solo perché nelle scorse settimane, l'esercito russo è riuscito a sfondare le linee difensive dell'esercito ucraino nell'area della città di Popasna.

In precedenza, le truppe ucraine avevano lanciato un piccolo contrattacco ottenendo un breve risultato sul villaggio di Toshkovka a nord di Popasna. Questo breve indietreggiamento operato dalle forze russe, ha creato quei giorni di “calma”, in cui si parlava di ritirata russa e sconfitta, ma che difatti era una pausa strategica per riorganizzare le idee e ripartire con mire e obiettivi più a breve raggio. Così come previsto dal ISW per l’Oblast del Luhansk.

Ma questa è solo una tessera del puzzle che si sta componendo nel Donbass. La situazione peggiora di ora in ora e i prossimi giorni potrebbero aprire a nuovi scenari.