I tempi in cui la “parziale neutralità” della Bielorussia sembravano tranquillizzare il Governatore di Rivne, Vitaly Koval, sembrano lontani. La situazione in Ucraina è in continuo cambiamento. Anche il fronte nord sembra seguire le fasi di “involuzione” legate al sud e all’est del Paese.

Pochi giorni fa il Presidente Lukashenko ha dichiarato che potrebbe non essere escluso un intervento militare bielorusso nella regione di Rivne, e questo per arginare le “smanie” dell’Occidente.

La folle dichiarazione di Alexander Lukashenko, della scorsa settimana, avrebbe del surreale. Il Presidente bielorusso, avrebbe dichiarato che le sue truppe potrebbero dover combattere per l'Ucraina occidentale. La giustificazione starebbe nel fatto che il west Ucraina potrebbe essere portato via dall’Occidente (America e Europa), riferisce Zerkalo.io.

«L'Occidente non si è ancora allontanato dall'obiettivo di livellare i confini. Da Smolensk-Pskov, Smolensk-Bryansk-Kursk fino a Rostov. E noi ci troviamo a quasi mille chilometri (per l’esattezza a circa 1800) e questa possibilità deve essere bloccata». In un apparente delirio sembra aver asserito che l'Occidente non avrebbe intenzione di fermarsi a questo.

«Verranno dall'Ucraina occidentale o da qualche altra parte. Forse dovremo lottare per l'Ucraina occidentale per non essere separati da lei. Questa è una morte non solo per noi, ma anche per gli ucraini. Intorno si stanno verificando processi terribili» avrebbe concluso.

Senza dimenticare i numerosi attacchi aerei e missilistici partiti nelle ultime settimane dagli aeroporti bielorussi, messi a disposizione del Cremlino. L'esercito russo utilizza difatti quasi tutti gli aeroporti della Bielorussia per i raid aerei contro l'Ucraina. Ovvio una strategia che potrebbe distogliere l’attenzione delle Forze Armate ucraine dal sud e dall’est per convincerle che si possa aprire un altro fronte, con la conseguenza di disperdere le forze indebolendo gli attuali punti di forza ucraini.

In previsione di queste delirati proiezioni, Lukashenko, avrebbe aumentato le esercitazioni al confine con Rivne ed avrebbe coordinato con i commissariati militari bielorussi incontri più serrati con i residenti locali per spiegare la necessità di incrementare la cosiddetta «milizia popolare».

Milizia popolare Bielorussa

A tal proposito a fine maggio, esattamente il 27 maggio, il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko avrebbe incaricato di creare una questa milizia popolare. A confermarlo è stato il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin.

All’epoca della suddetta formazione Khrenin ha dichiarato che «non mancano persone e armi per questo e il numero dei difensori aumenterà di gran lunga». A detta del ministro, questo servirebbe per dimostrare che in caso di scesa in campo la risposta sarebbe più che adeguata.

Conseguenza per la quale, il presidente Lukashenko, avrebbe ordinato, la creazione di un Comando operativo meridionale vicino al confine con l'Ucraina.

Bielorussi a fianco degli ucraini

Di contro, più di 2mila uomini bielorussi hanno deciso di schierarsi al fianco dei fratelli ucraini. Il loro numero dall’inizio di aprile è cresciuto corposamente, da aver creato un reggimento prettamente bielorusso e filo/ucraino e a cui le Forze Armate Ucraine hanno dato il nome Kastus Kalinouski (dal nome di un eroe nazionale bielorusso vissuto nel 19° secolo e che guidò una rivolta contro l'Impero russo). I volontari bielorussi stanno aiutando l'esercito ucraino, perché dicono che «La Bielorussia non sarà mai libera se l'Ucraina non sarà libera». Alcuni di loro lo vedono come un modo per affrontare Alexander Lukashenko, che viene visto come un burattino del Cremlino.

Senza contare il numero della popolazione che non ha alcuna intenzione di entrare in guerra, i volontari bielorussi stanno combattendo come parte della Legione internazionale delle forze armate dell'Ucraina. All'inizio erano un battaglione perché il numero era di poche centinaia, ma oggi il numero è cresciuto di 2mila unità.

Per ringraziarli, in Ucraina è stata promossa una petizione in cui si propone di dare la cittadinanza ai bielorussi che combattono nelle forze armate ucraine. L'autrice della petizione, Alina Kramar, afferma che i bielorussi sono i meno protetti tra i combattenti di altri paesi, poiché il loro Paese è dalla parte della Russia e che quindi si impegnano il doppio per superare l’iniziale pregiudizio