Passa all'unanimità il documento letto alla direzione da Paolo Gentiloni con cinque punti programmatici. Favorevoli anche i rappresentanti calabresi, anche se si è fatta notare l'assenza del governatore Mario Oliverio sempre più fuori dalla vita e dal futuro del partito
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La direzione nazionale del Pd dà un mandato forte al segretario Nicola Zingaretti che si presenterà al cospetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le consultazioni dopo la crisi aperta dalla Lega. Nessuna frattura, ma compattezza rappresentata poi all’interno di un documento che è stato letto ai membri della direzione nazionale da Paolo Gentiloni.
Sostanzialmente, renziani e non, si sono accordati sulla necessità di verificare se esistono i margini per formare una nuova maggioranza in Parlamento per dare un governo forte al Paese, ma in discontinuità rispetto al precedente. Le dichiarazioni della vigilia di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi che hanno assicurato che non faranno parte del nuovo esecutivo hanno contribuito a rasserenare il clima. «Un eventuale nuovo governo - ha detto Nicola Zingaretti - deve essere di svolta, di legislatura, in discontinuità con il precedente, deve avere alla base una forte condivisione di obiettivi, altrimenti è meglio andare alle urne».
««Di fronte alla situazione drammatica del Paese - ha detto ancora Zingaretti - abbiamo il dovere come forza democratica di dare disponibilità e verificare se esiste la possibilità di dare vita a una maggioranza parlamentare nuova, forte, di discontinuità e di larga base parlamentare. La nostra proposta deve essere chiara, lineare trasparente per evitare a tutti coloro che tenteranno questo esperimento l'accusa di trasformismo».
Cinque i punti illustrati da Zingaretti e cristallizzati nel documento letto da Gentiloni. «Appartenenza leale all'Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell'Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti».
La linea del Pd adesso è chiara e sarà sottoposta al presidente Mattarella. Favorevoli tutti i calabresi presenti da Marco Minniti a Carlo Guccione, passando per Enza Bruno Bossio e Domenico Bevacqua. Si è fatta notare, invece, l’assenza del governatore Mario Oliverio, ormai ai margini della vita del partito e pronto ad essere sostituito in vista delle prossime regionali.
Se dalle consultazione dovesse emergere una maggioranza Pd-Cinque Stelle, magari di legislatura, le conseguenze sarebbero immediate anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, comprese le regionali calabresi. E una nuova alleanza anti-sovranista avrebbe ancora più la necessità di un candidato di superamento. Soluzione che, del resto, avevano molto tempo prima indicato sia Nicola Oddati che Stefano Graziano.
Riccardo Tripepi