"Zes Unica: Una grande opportunità per il Mezzogiorno?", il titolo del convegno tenutosi oggi alla Sirenetta di Mondello (Palermo), organizzato dalla Fondazione Magna Grecia. In particolar modo è stata analizzata la contrapposizione che c'è tra il modello della Zona economica speciale unica e il ddl Calderoli sull'autonomia differenziata.

Bianchi (Svimez): «Zes e Autonomia differenziata sono due modelli incompatibili»

Per il direttore della Svimez Luca Bianchi: «Zes e Autonomia differenziata sono due modelli incompatibili: da un lato, correttamente, si prova a ricostruire un'unità degli interventi per il Mezzogiorno attraverso la Zes Unica, che comporta, in parte, un accentramento delle scelte strategiche da parte del Governo; dall'altro lato, invece, si sta provando a fare l'Autonomia differenziata con il rischio di frammentare ulteriormente le politiche pubbliche in questo Paese». Lo ha detto il direttore della Svimez Luca Bianchi, intervenuto al convegno.

«Il modello originario delle otto zone economiche speciali - ha continuato Luca Bianchi - non aveva mostrato particolare efficienza e rapidità. Basti pensare che le Zes erano state istituite nel 2017 e nel 2023, dopo circa sei anni erano diventate operative da pochi mesi ed il numero di interventi agevolati era abbastanza modesto».

«Con la Zes Unica, invece, si è assistito a un cambiamento totale di approccio. Questo nuovo modello mira a conferire strategicità agli interventi per il Mezzogiorno, anche se comporta rischi e vantaggi. La Zes Unica, essendo diventata un intervento più generale per il Mezzogiorno, offre maggiore coordinamento degli interventi e una certezza per le imprese, attraverso l'espansione del credito di imposta a tutti gli investimenti nella regione».

«Tuttavia, il successo della Zes Unica dipende anche dalla sua 'seconda gamba': la semplificazione amministrativa. Questo aspetto, se ben gestito, potrebbe rappresentare una svolta significativa, trasformando la Zes in una vera politica industriale per il Sud. Fondamentale per il successo di questo nuovo approccio è il Piano Strategico Zes. Questo strumento potrebbe ridefinire il panorama industriale del Sud, identificando settori strategici e orientando le politiche di sviluppo in modo coerente».

Tornando sul tema Zes - Autonomia differenziata ha aggiunto: «Rispondono a logiche opposte e quindi difficilmente possono stare insieme. La Zes Unica è un'ipotesi positiva perché coordina gli interventi, definisce delle strategie, ragiona nell'ottica di valorizzare quelle potenzialità del Mezzogiorno che possono servire a tutta l'Italia. Mentre il disegno di Autonomia differenziata sembra voglia acuire la contrapposizione territoriale: cercare di trattenere sempre più risorse nel centro nord nell'ottica che il Paese sia più disunito di quanto non sia, finendo per sottovalutare il tema fondamentale dell'interdipendenza tra Sud e Nord».

Il ministro Fitto: «Zes Unica rappresenta grande opportunità per territorio ampio»

«Il lavoro che il governo ha fatto con la Commissione europea è stato molto complesso. Non era scontato che la Commissione autorizzasse le Zes, questa scelta rappresenta una grande opportunità. La Zes unica si colloca nel centro del Mediterraneo». Così il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, in un intervento video inviato al convegno. «La Zes unica - prosegue - rappresenta una grande opportunità per un territorio molto ampio. Le proposte di riperimetrazione delle vecchie 8 Zes andavano in direzioni discutibili». 

«Dal Piano Mattei alla Zes unica, alla revisione del Pnrr, c'è una strategia che come governo abbiamo messo in campo e che guarda ai prossimi anni e ai prossimi decenni e non solo ai prossimi giorni, come è accaduto in passato», ha concluso Fitto.

Il presidente della Regione Siciliana Schifani: «Ok Zes unica, ma velocizzare le procedure»

«Ho condiviso con il ministro Raffaele Fitto l'ipotesi di una Zes unica, cioè tutto il Mezzogiorno. La Zes unica sicuramente può essere un'opportunità, e lo sarà. Parcellizzare gli interventi su micro aree avrebbe complicato sempre di più la possibilità di investimenti grazie a una pressione fiscale più ridotta. Adesso, abbiamo un quadro più completo». Lo ha detto il presidente della regione siciliana Renato Schifani, a margine dell'incontro. «La scommessa però - ha aggiunto Schifani - è di essere coerenti nella tempistica. Quindi, la riforma teoricamente va bene, occorre però calarla in una velocizzazione delle procedure perché sennò avremmo fallito, ma non è nell'intenzione del governo, né del governo regionale, che farà la propria parte».

«Come si può affrontare questo calo demografico? È sintomo di una incertezza del futuro da parte delle giovani coppie, è sintomo di una crisi che stiamo vivendo che al di là degli aspetti etici tocca temi esistenziali di carattere economico. Sta all'istituzione, alla politica, anche alle politiche di strategia di crescita economica. Favorire le crescite significa però assicurare ai genitori la possibilità di una vita normale». 

«In Sicilia stiamo facendo di tutto, abbiamo avuto un aumento del Pil, abbiamo avuto un aumento delle entrate fiscali nel 2023: non ci possiamo lamentare - aggiunge il governatore -. Continueremo a lavorare su questo progetto di espansione economica di carattere liberale. Dare alle imprese che investono liquidità e tassi ridotti e su questo anticipo che stiamo studiando con Irfis possibilità di intervenire sul costo del denaro».

«Dobbiamo sottrarre dalla campagna elettorale un tema importante come l'autonomia che è un tema forte. Se io eredito un territorio dove la siringa costa x rispetto alla Lombardia non lo posso cambiare nel giro di nulla. C'è la tendenza del premier Meloni di fare in modo che questo slivellamento si eviti».

Foti (Magna Grecia): «Preoccupati per autonomina differenziata, Zes unica va in direzione opposta»

«Ci preoccupa l'approvazione dell'Autonomia differenziata perché da quel momento viene costituzionalizzata la spesa storica e il Paese viene diviso in due». Così Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia.

In caso di approvazione della riforma, si chiede Foti «a cosa servirà il Pnrr se nel frattempo si sta svolgendo un'attività che di per sé sposterà ingenti somme economiche e finanziarie verso le aree del Nord? Non dimenticate che tre intese erano già state fatte per il governo Gentiloni, per cui non è solo un problema di destra o di Lega». Anche la Zes unica, aggiunge Foti, «è fondamentale ma va nella direzione opposta» della riforma dell'Autonomia differenziata. «Sappiamo che c'erano otto Zes che hanno lavorato con commissari straordinari, mentre adesso ci sarà una cabina di regia unica, un commissario chiamato delegato di missione», sottolinea.

Lo Bosco (Rfi): «Zes unica valorizza il ruolo della Sicilia»

«La Zes unica valorizza il ruolo della Sicilia, che è piattaforma strategica nel Mediterraneo. Si tratta di armonizzare le reti infrastrutturali e, finalmente, come diceva già il libro bianco 2001 dell'Unione europea, realizzare per il trasporto delle merci una intermodalità virtuosa. Bisogna puntare a far crescere le ferrovie e le vie del mare, a una connessione con i porti, ma anche con gli aeroporti, perché ci sono merci che viaggiano con sistema cargo». Lo ha detto, Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, a margine del convegno.

«Con la regia del governo Meloni - ha aggiunto - con il ministro Fitto e con il ministro Salvini è quindi importante ottimizzare questa rete infrastrutturale, perché una rete infrastrutturale ha un valore che cresce al quadrato con il grado di interconnessione dei nodi».

Romano (Noi Moderati): «Così com'è rischia di penalizzare il Sud»

«Se l'autonomia differenziata dovesse andare in porto così com'è in parte il Sud rischierebbe di essere penalizzato». Così Francesco Saverio Romano, coordinatore di Noi Moderati, a margine del convegno «Zes unica, una grande opportunità per il Mezzogiorno?», organizzato dalla Fondazione Magna Grecia alla Sirenetta di Mondello, a Palermo. «Non tanto per i Lep - aggiunge -, ma per gli accordi tra le Regioni che in maniera ancora non chiara definiscono ruoli che dovrebbero essere definiti in maniera più ampia». 

Russello (Confindustria): «1,8 miliardi per l'intero Sud alimenta perplessità»

«Il tema della Zes unica si innesta sulle Zes precedenti, sulle quali possiamo esprimere un giudizio assolutamente positivo perché in questo brevissimo periodo in cui sono entrate in vigore, devo dire, che le imprese ne hanno tratto grande giovamento. C'è da capire la parte operativa della Zes unica come si cala e come si trasferisce all'interno dell'operatività delle aziende. Probabilmente una struttura periferica di contatto diretto con le aziende avrebbe agevolato». Così Giuseppe Russello, presidente di Confindustria Palermo, a margine del convegno.

«Cercheremo di capire nelle prossime settimane - prosegue - i decreti attuativi ma soprattutto l'organizzazione di questa nuova struttura come possa impattare con le nostre imprese. Il tema delle Zes è un elemento di grande qualificazione dei territori, probabilmente bisognava stare più attenti in una perimetrazione che avrebbe dovuto e potuto orientare scelte di politica industriale, tema che attiene al governo nazionale. Aspetterei ancora qualche settimana per capire come adesso si declina la struttura di tipo centralistico sul territorio, poi c'è il tema delle risorse e lì qualche dubbio sul piano personale lo nutro perché soltanto 1,8 miliardi di euro per l'intero Sud è qualcosa che alimenta delle perplessità», conclude Russello.