Due minuti per approvare, tre giorni per capire cosa hanno approvato. La vicenda relativa alla modifica sulla legge che regola i vitalizi per renderli percepibili anche al consigliere regionale che non completasse la legislatura in caso di decadenza, inizia ad assumere connotati grotteschi.

Intanto per le modalità di approvazione: a tarda sera, senza dibattito, senza i giornalisti in Aule per le misure anti Covid e con un testo scritto assai male.

Il testo approvato all’unanimità, con il consenso anche del centrosinistra, ha fatto scandalo subito dopo l’articolo di LaC News24 all’indomani del Consiglio regionale incriminato. Da allora silenzio tombale da palazzo Campanella. Per riprendere conoscenza il centrosinistra ci impiega tre giorni. E quindi, più o meno in contemporanea, sono Pippo Callipo e Francesco Pitaro a prendere carta e penna praticamente per sostenere che, al momento della votazione, non sapevano cosa stessero approvando.

 

Le dichiarazioni di Callipo

Una pezza peggiore del buco. «Ho apposto la mia firma, dopo quella di altri 7 capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che “non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale” – afferma Pippo Callipo - Così è scritto chiaro e tondo nel documento che mi è stato sottoposto in coda alla seduta di martedì 26 maggio e che risulta agli atti del Consiglio regionale. Non avrei mai avallato nulla che potesse aumentare i costi della politica. Se la modifica della normativa sui vitalizi si traduce, invece, in un aumento dei suddetti costi significa che mi è stato proposto di sottoscrivere un documento non veritiero e per questo mi tutelerò nelle sedi opportune.Tutti conoscono la mia storia personale e il mio modo di intendere la politica, nessuno può pensare che io sia alla ricerca di privilegi per me o per altri. Quello del taglio ai costi della politica – conclude Callipo – è un impegno che ho assunto in campagna elettorale e che intendo portare avanti con determinazione».

Il testo di legge, però, è chiaro. Consente ai consiglieri che non completano la legislatura, in caso di annullamento dell’elezione per l’effetto di un ricorso e delle successiva sentenza, di versare i contributi per 5 anni e accedere il vitalizio. La dicitura “non comporta maggiori spese per le casse regionali” furbescamente inserita nella norma è palesemente ambigua. Seppure è vero che adesso non comporta un aumento lo comporterebbe in futuro nel momento in cui l’accesso ai vitalizi sarà concesso a un numero maggiore dei consiglieri rispetto a quelli eletti.

Adesso ci sono 31 consiglieri aventi diritto. Dovessero decaderne due o tre, tanto per fare un esempio, alla fine della legislatura ci sarebbero 34 aventi diritto al vitalizio. Una previsione sconcertante non solo per il merito, ma anche per il momento storico (piena emergenza Covid) in cui i consiglieri approvano la norma. Una dicitura sulla quale potrebbe concentrarsi l’attenzione del governo nazionale al momento di un’eventuale impugnativa.

Di Natale rinuncia ai benefici della legge

«È stato un chiaro errore a cui bisogna rimediare correndo ai ripari nella prossima seduta consiliare». È quanto afferma il consigliere di Iric Graziano Di Natale, che aggiunge: «Sono alla mia prima esperienza in Consiglio Regionale e non voglio assolutamente che passi il messaggio del conformismo e del pressappochismo rispetto a uno spirito ‘di casta’ che è lontano anni luce dal mio pensiero e dal mio agire. Nella scorsa seduta del Consiglio regionale  la discussione-lampo del punto illustrato come atto dovuto, con per di più la sottolineatura che non comportasse costi aggiuntivi, giunta alla fine di lavori consiliari che hanno impegnato l’aula per molte ore, ha determinato sicuramente una sottovalutazione della portata e del reale contenuto del provvedimento». Di Natale dichiara dunque di rinunciare ai benefici della legge in questione e propone, anzi, che la stessa venga abrogata dal Consiglio regionale nella prossima seduta utile. 

Pitaro vuole l'annullamento

Anche Francesco Pitaro del Gruppo Misto ammette l’errore. «Nell’ultima seduta del Consiglio regionale è stata approvata una modifica legislativa che prevede la possibilità per un consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata, previo pagamento dei contributi, di ottenere la cosiddetta  indennità differita che dal 2012 ha sostituito i vitalizi. Noi dell’opposizione - scrive sul suo profilo Fb il consigliere regionale Francesco Pitaro - abbiamo votato con leggerezza ed in buona fede tale modifica legislativa inserita nell'ordine  del giorno, dopo il corposo dibattito sul programma di governo  illustrato dalla presidente Santelli, su richiesta del consigliere regionale Graziano. Una modifica che disallinea la Calabria dalle altre Regioni italiane e che  io credo sia indebita, inopportuna e finanche incostituzionale. Non vi è dubbio che se un Tribunale annulla l’elezione di un consigliere regionale quest’ultimo perde il relativo status giuridico e tutto ciò che da esso discende. Detto ciò, comunico che è mia intenzione impegnarmi, sin da subito, anche depositando una specifica  proposta di legge e coinvolgendo l’intera opposizione, per fare in modo che il Consiglio regionale cancelli quella  modifica. Il fatto che le Commissioni siano ancora congelate - conclude Pitaro - rende possibile in Consiglio regionale l'inserimento di proposte equivoche che, soprattutto in frangenti di grande criticità come quello che viviamo, rischiano di  mettere in cattiva luce anche la buona politica e la stessa Istituzione-Regione».

Apprezzabile l’impegno annunciato da Pitaro, ma è sconcertante che i consiglieri regionali ammettano di sottoscrivere testi di legge senza averli prima letti. Così come è ancora più sconcertante il silenzio assordante della maggioranza sul punto e quello del Pd calabrese che, secondo quanto raccontato agli elettori, dovrebbe essere all’opposizione.