È ormai scontro aperto nel partito democratico calabrese in vista del congresso nazionale. Tra i Dem continuano il botta e risposta tra le varie mozioni, con l'ultima in ordine di tempo firmata da Bruno Villella della mozione Cuperlo.

«È dal 31 gennaio scorso - si legge in una nota - che si chiede di conoscere le ragioni della esclusione dalla anagrafe degli iscritti di dirigenti a tutti i livelli del partito calabrese. Sono stati investiti tutti gli organi congressuali e di garanzia preposti, locali, regionali e nazionali. Mentre i congressi sono in pieno svolgimento e tra due giorni saranno conclusi. Si sta quotidianamente consumando, tra infantili furbizie, deliri di onnipotenza e false e ipocrite dichiarazioni pubbliche, lo scempio politico pur di impedire la partecipazione al congresso di uomini e donne che hanno inteso rinnovare liberamente la loro iscrizione al partito, consapevoli della necessità di doversi battere nella difficile opera di cambiare profondamente il Pd. A partire dalla Calabria, dove gli accadimenti di questi giorni stanno miseramente mettendo a nudo la sua drammatica condizione e l’assoluta inadeguatezza dei suoi gruppi dirigenti, che sono il prodotto di una lunga gestione commissariale, che li ha imposti continuando ad assecondare i desiderata dei capicorrente romani, al solo scopo di garantire la preservazione dello status quo». 

E ancora, prosegue Villella: «Se è questa la ragione perché in Calabria si può, impunemente, senza nemmeno provare a trovare uno straccio di motivazione, tenere fuori dal partito, a causa di ragioni nelle quali prevale soprattutto l’istinto della cattiva coscienza, che fa presagire il pericolo che si possano mettere a rischio gli attuali assetti di potere, ci si chiede come è possibile che gli organismi nazionali preposti lascino che tutto questo accada, tra ambiguità che alimentano il giochetto del rimballo delle responsabilità e gravi omissioni nell’attività di vigilanza e nell’attivazione di poteri sostitutivi delle istanze superiori. Eppure siamo in pieno svolgimento del congresso annunciato come costituente il cui obiettivo è dare vita ad un partito nuovo. In tale contesto, ci vogliamo augurare che quello calabrese sia un ossimoro residuale, che le complicità nazionali siano da circoscrivere a resti di un passato che consente ancora un qualche sussulto nelle filiere tradizionali di comando, i cui danni sono sintetizzati nell’entità della sconfitta politica dello scorso 25 Settembre».

L'appello ai candidati della segreteria nazionale

«Questa è la ragione del nostro appello ai candidati alla segreteria nazionale - contina la nota di Villella - che rappresentano i semi, in termini di aspettativa, per la rinascita del Pd. A loro ci rivolgiamo affinché con spirito unitario, si facciano carico della corretta applicazione delle regole congressuali, anche in Calabria, eliminando ogni eventuale impedimento residuo, relegandolo ad un passato irripetibile. Chiediamo un intervento necessario a tutela delle regole e delle garanzie, che non può che costituire parte fondamentale del vostro impegno nello svolgimento congressuale».

Poi, la chiosa finale: «Ci affidiamo alla vostra nota sensibilità politica, alla vostra cultura e formazione per il rispetto dei diritti e delle libertà, di farvi carico affinché gli organismi preposti chiariscano le ragioni che impediscono il tesseramento di militanti in Calabria. Affinché si diano risposte ai tanti ricorsi, che dal 31 gennaio abbiamo presentato, a tutte le Istanze e se, come avrete modo di accertare immediatamente, non vi sono ragioni ostative, si proceda alla immediata  iscrizione al partito degli esclusi. Un atto riparatorio che almeno consente di poter partecipare ai congressi, dopo giorni di gogna mediatica, che certamente non ha contribuito a dare impulsi qualitativi al nostro dibattito. Al contrario hanno prevalso le contese sul nulla e i pretesti, ai quali la Calabria continua ad essere sottoposta, che fanno degenerare - conclude Villella - la lotta politica esclusivamente in barbarie, finalizzate alla gestione personale, spregiudicata, arrogante e assolutamente dannosa, del potere».