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VIBO VALENTIA - Le emergenze nel capoluogo si sono cronicizzate divenendo una strana normalità con la quale convivere. E la città sembra essersi quasi assuefatta alle strade ricolme di rifiuti, alla carenza idrica, all’acqua potabile ad intermittenza, alle strade sporche, ai quartieri abbandonati. Problemi che al “palazzo” non sembrano interessare così tanto da vicino. Se infatti la maggioranza, vittima delle sue divisioni interne, continua a tentennare, l’opposizione certo non oppone ad essa ostacoli insormontabili.
Maggioranza divisa. Eppure il centrodestra è ormai da tempo spaccato almeno in tre tronconi a palazzo "Luigi Razza", dove Forza Italia continua ad appoggiare dall’esterno l’amministrazione senza scommetterci un euro e in attesa solo che “si compiano le scritture”, proprio mentre l'NCD mette i suoi assessori sul banco degli imputati fino a dialniarsi ( visto che ben tre consiglieri sono di recente transitati nel gruppo misto) e persino Fratelli d’Italia, almeno apparentemente convinta dall’operato del sindaco e della sua squadra, non rinuncia, nel chiuso di qualche bottega, a studiare possibili soluzioni alternative a D’Agostino.
Opposizione scoordinata. Ma dinanzi a questa maggioranza sfilacciata e ridotta in brandelli dalle divisioni interne, l’opposizione non riesce comunque ad incidere. Così, se Atene piange, Sparta certo non ride. Anzi, le divergenze la fanno da padrone pure nella minoranza. A chiarirlo è lo stesso Stefano Luciano. ‘Non siamo mai stati in grado di mettere in campo un’azione unitaria – ha detto esplicitamente il capogruppo di Azione Democratica – per responsabilità del PD che continua a strizzare l’occhio alla maggioranza, piuttosto che allargare il gruppo consiliare ad altre identità del centrosinistra, con le quali coordinare l’azione di stimolo ed eventualmente di contrasto all’amministrazione ‘.
L'attacco di Luciano al PD. ‘Esistono fatti concreti - ha tuonato Luciano – dai quali è evidente che i democrat continuino ad essere accomodanti. Basti pensare al sostegno fornito a D’Agostino sul piano di riequilibrio, all’uscita del gruppo consiliare dall’aula al momento di votare contro il piano triennale delle opere pubbliche, all’approvazione del Bilancio stabilmente riequilibrato insieme alla maggioranza‘. L’unità d’intenti resta, peraltro, un’utopia anche in prospettiva elettorale. ‘Se il Partito Democratico – ha precisato il leader di AD – continuerà ad essere autoreferenziale, difficilmente sceglieremo insieme il prossimo possibile sindaco che, per quanto ci riguarda, dovrà essere una figura autorevole, espressione del rinnovamento ed estranea ai gruppi consiliari. Figura senza la quale il centrosinistra perderà le elezioni ‘.