Dell’incidente occorso ad un nostro cronista alla conferenza stampa del candidato Sindaco a Vibo, Stefano Luciano, abbiamo dato ampiamente conto sulle nostre testate. Luciano,  infatti,  aveva cercato di impedire l’accesso alla conferenza stampa ad un  nostro collega, nel tentativo di fare valere un principio paradossale: interloquire solo con giornalisti graditi a lui  e alla sua compagine politica.

 

Per  non alimentare polemiche avevamo considerato la vicenda solo uno spiacevole episodio, concedendo alla gravità del gesto l’attenuante del clima elettorale. Il tutto avrebbe potuto considerarsi chiuso con un semplice gesto di umiltà: porgere le proprie scuse al collega e alla redazione. E, d’altronde, come sono andate le cose,  è ampiamente documentato dalle immagini tv con tanto di audio e, dunque, difficilmente interpretabili secondo le proprie convenienze. E, invece no! Qualche ora dopo il verificarsi  degli eventi ci giunge una diffida da parte dell’avvocato Giacomo Francesco Saccomanno per conto del candidato Stefano Luciano (che qui alleghiamo integralmente). Che dire? «Errare humanum est, perseverare autem diabolicum» dicevano i latini. Or dunque, la diffida dell’avvocato Saccomanno ha veramente dell’incredibile e, per certi aspetti, contiene passaggi gravissimi mentre per altri aspetti, invece, ci sembra grottesca. In sostanza, ci si diffida dal mettere il naso nella campagna elettorale di Stefano Luciano. Il solito cliché:  minacciare fuoco e fiamme di risarcimenti senza spiegare per cosa. Sia Luciano che Saccomanno, il quale, oltre a essere giurista, è anche un noto esponente politico della piana di Gioia Tauro, dovrebbero sapere che la libertà di stampa, in una democrazia liberale non si riduce ad un arbitrato, né tantomeno alla regolazione del traffico delle dichiarazioni del politico di turno. Se così fosse, infatti, non ci sarebbe stato bisogno dell’ordine dei giornalisti; per gestire una testata giornalistica ma bastava rivolgersi alla Lega degli arbitri o al Corpo dei Vigili Urbani. Una stampa seria riferisce le notizie senza manipolarle e, attraverso i suoi editorialisti, può e deve esprimere opinioni. Punto.

 

Ci chiediamo a questo punto: quali sarebbero le “modalità discutibili di divulgazione delle notizie” delle quali sarebbe vittima il suo assistito egregio avvocato Saccomanno? Forse la memoria corta del suo assistito avrebbe bisogno che gli si ricordi attraverso la pubblicazione dei numerosi link, i pezzi giornalistici, le interviste televisive che il nostro network gli ha riservato nel corso della sua attività politica nel comune di Vibo Valentia? Se il suo assistito avrà bisogno di una rinfrescata di memoria saremo ben lieti di farlo. Piuttosto, egregio avvocato Saccomanno, quello che è grave, invece, è la sua affermazione, allorquando scrive che ci sarebbero: “elementi idonei a prefigurare una volontà intimidatoria e finalizzata esclusivamente ad arrecare un ingiusto nocumento del quale vi terremo direttamente responsabili”. Quale sarebbe la volontà intimidatoria? Quella di esercitare il legittimo e costituzionale diritto di cronaca? Oppure quello di esercitare il sacrosanto e altrettanto costituzionale diritto d’opinione? Due capi saldi della libertà di stampa.  Se proprio dobbiamo parlare d’intimidazione, basta leggere quanto scrive nella diffida che ci ha recapitato  e, nella quale, è contenuta una gravissima “minaccia preventiva” nei confronti del nostro network.  

 

La sua missiva, infatti, suona quasi come un ordine a metterci il bavaglio. Le modalità e i contenuti della missiva, infatti, ci inducono a valutare se ci siano le condizioni per un eventuale  esposto alla competente Procura  della Repubblica. E altresì, a questo punto chiediamo che gli organismi dell’ordine dei giornalisti valutino il nostro lavoro. Tuttavia, esimio avv. Saccomanno, se Lei e il suo assistito Stefano Luciano, pensano che basti questa diffida per poterci intimorire, credo che abbia preso una mastodontica cantonata. Purtroppo, avvocato Saccomanno, sappiamo che proprio Lei non sia nuovo a boutade del genere verso i giornalisti. Ciò non ci lascia ben sperare nella Sua comprensione e sulla Sua sensibilità ai valori della libertà di stampa. Se non ricordiamo male, infatti,  per un motivo simile, proprio Lei, fu  oggetto di una dura presa di posizione  dal Sindacato Giornalisti della Calabria e dalla Federazione nazionale della stampa, per aver definito un collega “killer”.  Speriamo che tutto ciò, non sia il prodotto di una visione che,  ritiene il diritto di critica, una lesa maestà di natura criminale. Sarebbe una visione assai  distorta della democrazia. Ci auguriamo vivamente che il teatrino politico messo in atto dal suo assistito possa finire ed egli possa dedicarsi serenamente alla sua campagna elettorale,  senza la pretesa di poter dettare ai giornalisti di Lac News24 e del Vibonese la linea editoriale da tenere. Ciò, per due motivi semplici: il primo perché una pretesa del genere sarebbe tempo perso; il secondo perché le elezioni comunali di Vibo Valentia per noi valgono quanto quelle di Reggio Calabria piuttosto che quelle di Corigliano Rossano o di qualsiasi altro comune. Una cosa è certa: querele, diffide, minacce più o meno velate, non  saranno in grado di fermare il nostro lavoro a Vibo come in qualsiasi luogo della Calabria. Il tentativo di buttare tutto in caciara secondo le dinamiche provincialissime di alcune aree politiche, dunque, è destinato a fallire miseramente. I giornalisti del network LaC fanno informazione! Nient’altro che questo.  Se qualcuno però vuole la guerra sol perché esercitiamo il diritto d’informazione e di cronaca sappia che  troverà pane per i suoi denti.

 

Pasquale Motta – direttore di lacnews24.it

 

 

La diffida inviata dal legale di Stefano Luciano:

Nell’interesse e per espresso mandato dell’Avv. Stefano Luciano, in merito ai diversi articoli di stampa pubblicati nei giorni scorsi su “LaCNews24.it” e “il Vibonese.it”, l’odierno difensore intende contestarne recisamente il contenuto rilevando il carattere fortemente diffamatorio degli stessi.

Il particolare momento politico dell’Avv. Stefano Luciano, candidato alla carica di Sindaco del Comune di Vibo Valentia, nonchè una certa serialità delle Vostre testate giornalistiche nell’utilizzare modalità discutibili di divulgazione delle notizie afferenti il mio assistito, risultano essere elementi idonei a prefigurare una volontà intimidatoria e finalizzata esclusivamente ad arrecare un ingiusto nocumento del quale vi terremo direttamente responsabili.

In ragione di quanto sopra, si diffidano i destinatari della presente dal porre in essere ulteriori condotte illecite miranti ad offendere e/o screditare la reputazione dell’Avv. Stefano Luciano riservando, in ogni caso, la difesa dei diritti di quest’ultimo sia in sede civile che penale.

Distinti saluti. Rosarno, 9 marzo 2019

Avv. Giacomo Francesco Saccomanno

 

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