È tornato in Calabria da candidato alle elezioni europee, nella circoscrizione Sud per la lista Libertà ispirata da Cateno De Luca. Ieri sera a Vibo Valentia Capitano Ultimo, all’anagrafe Sergio De Caprio, era a volto scoperto. L’ex ufficiale dei Ros noto per avere arrestato Totò Riina ha deciso solo recentemente di scoprire il volto. Non si era infatti mai tolto il passamontagna dal gennaio 1993.

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Ora è in congedo dopo 42 anni di onorato servizio. Durante la sua attività si è anche occupato di tutela ambientale. Ed è proprio all’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria che fu chiamato dall’allora governatrice Jole Santelli, scomparsa prematuramente. Unico incarico politico sinora ricoperto da indipendente, fino alla recente candidatura alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 Giugno. «Scopro il volto per le elezioni come atto d’amore», ha ribadito anche ieri al Valentianum di Vibo dove era atteso da un gruppo di sostenitori. Tra i primi ad accoglierlo il candidato a sindaco del polo di centro Francesco Muzzopappa al quale ha detto: «Combatti, combatti, tu devi vincere».

Ha quindi spiegato i motivi che lo hanno portato a candidarsi: «Ho deciso di scendere in campo – ha detto – per costruire un’Europa dei Comuni. I grandi Stati ci hanno lasciato in miseria e ci hanno portato la guerra in casa. Adesso tocca a noi gente piccola riprendere un percorso di civiltà, di dignità, di bene comune e di prosperità». Sulle questioni ambientali e in particolare sulle energie rinnovabili l’ex ufficiale dei Ros afferma: «Vogliamo un’Europa rovesciata in cui siano i Comuni a decidere come investire le risorse, non che aspettiamo che ci tirino le ossa i padroni».

Di Cateno De Luca e Laura Castelli ha detto: «Sono persone del Sud che credono nei comuni. Cateno De Luca è stato sindaco in cinque Comuni e mai ha voluto essere ricandidato, non è attaccato alla poltrona». Quindi il riferimento alla criminalità organizzata e ai fondi europei che rischiano di essere intercettati dalla mafia: «Guardatemi in faccia – ha detto puntando lo sguardo sull’obiettivo della telecamera – vi parlo col cuore. Io non vedo la mafia che vuole prendere i miliardi, io vedo l’incapacità dei dispositivi di sicurezza e delle istituzioni per difenderci dalle mafie, dalla ‘ndrangheta, dalla camorra. È arrivato il tempo di chiudere i conti con queste organizzazioni. Ai mafiosi negheremo i diritti politici, il diritto al lavoro a chi è stato condannato in via definitiva e ai loro parenti più affini, a meno che non si pentano. Questa è la mia battaglia. Nessuno – ha assicurato – rimarrà indietro».