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Altra riunione a nervi tesi in casa Pd. A Lamezia Terme, nella sede regionale del partito, il gruppo democrat di palazzo Campanella ha ripreso la discussione interrotta appena una settimana fa, alla presenza del segretario Ernesto Magorno. A differenza dell’ultima volta, però, non è stato presente all’incontro il governatore Oliverio. E, si sa, quando il gatto non c’è…
Smarriti i toni soft i consiglieri regionali del Pd se le sono dette di santa ragione, scagliandosi contro la giunta dei tecnici e contro lo stesso capogruppo Romeo. Nei confronti di quest’ultimo l’attacco più diretto è arrivato da Enzo Ciconte, potenziale candidato sindaco a Catanzaro, che lo ha definito un mero “portavoce” del presidente Oliverio e non un autentico capogruppo, rappresentante degli interessi dei consiglieri. Romeo ha glissato per evitare lo scontro e provare la mediazione, contando sulla sponda di Magorno e la difesa d’ufficio di Irto, ma la situazione rimane molto più che tesa.
Altra questione posta con forza dallo stesso Ciconte, ma condivisa da Guccione, Scalzo, Battaglia e anche dal franceschianiano Bevacqua è quella relativa alla giunta dei tecnici. Il distacco dei professori con il territorio e con il Consiglio è sempre più evidente, secondo i consiglieri, che chiedono un cambio di passo e l’arrivo di quei cambi che Oliverio aveva garantito già sul finire dello scorso anno.
“La politica” non più restare fuori dall’esecutivo se si vuole davvero che la legislatura abbia una fase due, così come annunciato dal governatore. Anche qui, a mediare, sono intervenuti Magorno, Romeo e lo stesso Irto. Il presidente del Consiglio regionale ha ricordato la fase complicata che attualmente si sta vivendo e come la riflessione vada allargata anche ai nodi relativi ai direttori generali, a tutti gli Enti commissariati, compresa l’Asp di Reggio Calabria e non ridotta a un confronto sulle poltrone dell’esecutivo.
In ogni caso si è deciso poi di sospendere la discussione sul punto in attesa di un nuovo confronto al quale dovrà essere presente Mario Oliverio, unico a poter dare risposte alle richieste avanzate a gran forza dal gruppo regionale del Pd.
Altra questione finita sul tavolo della discussione è il rapporto con i Democratici e Progressisti di Giudiceandrea, balzati all’onore delle cronache nazionale per aver depositato prima di Speranza e compagnia il simbolo e il nome adesso adottati dagli scissionisti del Pd. Giudiceandrea, Bova e Neri avevano chiesto di prendere parte all’ultima riunione svoltasi a palazzo Campanella, ottenendo un categorico “niet” da Magorno. La questione si è di nuovo posta sul tavolo del segretario e del capogruppo che continuano a sostenere la necessità di arrivare ad uno scioglimento del gruppo Dp e alla confluenza di tutti i consiglieri nel gruppone democrat.
E’ rimasta embrionale, infine, la discussione sulle posizioni da assumere in vista del prossimo congresso nazionale. Anche se i tempi stringono. L’unico ad avere le idee chiare è Carlo Guccione che ha annunciato ufficialmente la sua adesione alle posizioni espresse dal ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Riccardo Tripepi