Una sala gremita quasi in ogni ordine di posto, malgrado il periodo ancora caratterizzato dalla presenza del Covid per la prima uscita pubblica del prof Valerio Donato nell’ambito di un evento ancora in corso alla Casa delle Culture della Provincia di Catanzaro. Una manifestazione in cui l’aspirante sindaco di chiara estrazione Democrat ha curiosamente gettato nello scompiglio il Nuovo centrosinistra, schieramento i cui dirigenti si erano convinti di poter andare a meta (leggasi al vertice di Palazzo De Nobili) grazie ai guai di un centrodestra locale finora apparso quasi alla deriva e soprattutto al determinante contributo del candidato scelto, Nicola Fiorita.

Adesso, tuttavia, man mano che il tempo passa le cose sembrano cambiare e oggi lo stesso Donato ha mandato un chiaro avviso ai naviganti: non solo è in campo, ma pare anche con le carte in regola per essere molto competitivo con la sua candidatura autenticamente civica. Al di là di ogni considerazione, all’appuntamento odierno inizia con il dire: «La Conferenza dei Cittadini è lo strumento fondamentale per assicurare la loro partecipazione alle scelte più importanti per Catanzaro, in questo momento privo di una comunità politica. Che deve invece ritrovare al più presto».

«La mia è una candidatura libera. Che spaventa. Mi hanno ad esempio etichettato di essere l’avvocato degli imprenditori. Di essere sostenuto dai poteri forti e di aver fatto tanti i soldi, assistendo certi clienti importanti. Magari fosse vero. Ma io nemmeno rispondo e vado avanti. Non voglio essere l'uomo di una parte e credo che il periodo contingente sia così delicato da richiedere un governo di salute pubblica. Voglio però tornare a quanto stiamo facendo ora, che mi fornirà la base per il programma secondo i vostri input. Un modo per avere decisioni meno arbitrarie».

«Attorno alla mia candidatura del resto c’è un grande interesse collettivo, sebbene la formazione di coalizioni sia ancora prematura. Ma da sinistra a destra, passando per il centro, ho ricevuto molti inviti al dialogo. Al momento, però, non ho avuto alcun contatto con il Partito Democratico. Ma se me lo chiedessero, lo avrei subito. Vi pare che potrei dire di no proprio al Pd? Io che parlo con tutti, mi potrei insomma sottrarre al confronto se ricevessi una telefonata dal segretario regionale (Nicola Irto, ndr)? Sarebbe disdicevole. Ma non mi aspetto qualcosa in particolare da qualcuno in particolare. Semmai, ribadisco, che il mio percorso è con, e per la città, che sta rispondendo». Forte e chiaro, quindi, il messaggio donatiano che ha registrato anche la presenza di Salvatore Passafaro, il quale come si dice in casi del genere si è affacciato. Magari una cortesia personale, ma che è un dato importante, trattandosi del favorito nella corsa alla segreteria provinciale del Pd.

Donato, fra le altre cose, spiega di aver scelto il termine di Rinascita per il suo esordio «con il simbolo del Carlino privilegio concesso da Carlo V ai catanzaresi per la loro caparbietà e capacità di resistenza. Al di là dei riferimenti storici – afferma ancora il prof – il capoluogo deve adesso riconquistare la centralità sul territorio calabrese, essendo il faro dell’istmo e della regione e lo può fare soltanto con istituzioni autorevoli e rappresentative. Ecco perché, attualmente, il mio chiodo fisso è la città, di cui voglio contribuire alla crescita e allo sviluppo. Un obiettivo primario per cui mi sono spogliato di ogni ideologia, mirando a guidarla in modo efficiente».