Il presidente e commissario ad acta ha risposto a un’interrogazione del Pd sulle procedure transattive da 77 milioni di euro tra alcune aziende sanitarie e una società di factoring. Non soddisfatti i dem: «Non ha chiarito se ha autorizzato lui queste operazioni»
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La struttura commissariale e Azienda Zero erano a conoscenza e hanno avallato le procedure transattive tra alcune Asp calabresi (Cosenza, Reggio e Crotone) e la società di factoring BFF Bank SpA, sulle quali sarebbero state avviate anche indagini giudiziarie dalla Procura di Milano e dalla Guardia di finanza?
È questo il cuore dell’interrogazione che il gruppo consiliare del Partito democratico ha rivolto in aula al presidente e commissario ad acta, Roberto Occhiuto.
«Non vogliamo fare gli inquisitori», ha detto Bevacqua invocando trasparenza sugli atti. «Siamo preoccupati perché si avanza il dubbio, sia per l’Asp di Reggio che di Cosenza, che nelle transazioni siano entrati debiti già pagati. Dubbi alimentati dal fatto che l’allora presidente Giuseppe Scopelliti aveva contratto un mutuo fino al 2005, ma negli accordi con Bff figurano fatture risalenti anche agli anni ’90».
Ai primi di gennaio del 2023, ha poi ricordato Bevacqua, «lei aveva comunicato che era riuscito a quantificare il debito pregresso delle Asp, ma dopo circa un anno dalla quantificazione quali verifiche sono state fatte sulle fatture? Sono passati quasi due anni e rispetto a quella ricognizione ci si domanda quali debiti sono stati pagati? Si privilegiano i grossi importi a discapito dei piccoli fornitori?»
A questa serie di domande e dubbi provenienti dai banchi delle opposizioni, il presidente Occhiuto premette che in questi tre anni ogni azione è stata improntata alla trasparenza, provando a recidere quelle vecchie logiche che hanno generato il commissariamento. «Nelle altre Regioni – ha detto Occhiuto - oggi litigano per le nomine dei direttori generali o amministrativi, come succedeva in passato anche qui. Dovreste avere l’onestà intellettuale di ammettere che queste cose non avvengono più».
Un cambio di passo che Occhiuto rivendica con la chiusura dei conti del 2022 e 2023, coi bilanci consolidati approvati e certificati, e con la sicurezza che saranno chiusi anche quelli mancanti. «C’è quindi un governo dei conti della sanità calabrese, dove la contabilità era orale. Quando si parlava del debito gigantesco io, con un emendamento, ho chiesto che l’accertamento delle pretese creditorie fosse fatto con la Guardia di finanza».
Transazioni milionarie, Occhiuto: «Stimolata chiarezza»
Un concetto che ritorna di sovente nell’intervento di Occhiuto anche quando parla delle transazioni sospette: «Noi abbiamo stimolato le Aziende a fare chiarezza. Non ci sto di farmi a pezzi per sistemare la sanità e poi dover dare spiegazioni. Io ho fiducia nelle persone che ho scelto, ma sono pronto in ogni momento a riconoscere la responsabilità di chi dovesse rivelarsi come un funzionario infedele. Aggiungo che stiamo ragionando su un sistema secondo il quale non si possono caricare decreti di pagamento sulla piattaforma se non vanno verificate prima dalla Direzione investigativa antimafia».
A proposito delle transazioni con Bff, Occhiuto si è detto quindi contento dell’interesse da parte del Consiglio regionale e si stupisce che non sia stato espresso negli anni passati. La transazione dell’Asp di Cosenza, non a caso, sottolinea Occhiuto, è la quarta (ne fece anche nel 2016 e 2017).
«Sono dell’idea che quando fai le cose per bene e in coscienza non devi avere alcun timore, e lo sanno anche i miei direttori generali. A Graziano, a Cosenza, ho detto che ho fiducia della sua correttezza, altrimenti lo avrei sostituito, ma ho anche detto che se ci saranno riscontri negativi all’esito delle indagini è giusto che vengano perseguiti».
Poi il presidente, carte alla mano, ha fatto un riepilogo dei fatti e degli atti di questa vicenda: «Da marzo a settembre 2022 è stata fatta la ricostruzione delle pretese dei creditori e secondo me la presenza della Guardia di finanza sulle partite creditorie ha scoraggiato molti». Occhiuto ha quindi snocciolato alcuni numeri, parlando dell’invio di 14mila pec per chiedere ai fornitori le relative pretese creditorie che dovevano convergere su una piattaforma dedicata. «Il debito venuto fuori al 31/12/2020 che ci era stato richiesto è stato di 1,2 miliardi, quindi era non tre o quattro miliardi, come si ipotizzava, ma 768 milioni e poi 441 milioni di debito per gli anni 2021/2022».
Ammonta invece a 1268 il numero dei fornitori per oltre 400mila pretese creditorie. «Le aziende hanno avviato la verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato dai creditori e quanto in possesso delle Asp. Sono stati creati due elenchi: fornitori e cessionari del credito. Le criticità emerse sono state rappresentate alla Gdf e avviata una istruttoria. Nell’ambito del processo di circolarizzazione le Asp hanno fatto accordi transattivi tra i quali quello condotto dall’Asp di Cosenza con BFF completato a dicembre 2023. La Regione ha esaminato l’accordo e su richiesta della struttura commissariale il 30 gennaio ha chiesto al Dipartimento di relazionare sugli atti cosentini. Il Dipartimento ha risposto che la transazione è stata mandata alla Corte dei Conti e alla Gdf. Su input del dipartimento, poi, il 5 marzo 2024 nella sede dell’Asp di Cosenza si è svolto un incontro dei vertici con la Guardia di finanza che doveva svolgere la sua attività al di fuori del capitolo transazioni. L’Asp ha inviato tutte le fatture ma anche segnalato alcune situazioni particolari scorporando alcuni debiti».
Una attività di verifica che, ha detto Occhiuto, è stata demandata, ed è ancora in corso, anche a Kpmg. Intanto, ieri, ha aggiunto Occhiuto smentendo alcune voci circolate nelle ultime ore, il Collegio sindacale dell’Asp bruzia in una nota ha ribadito che dagli approfondimenti eseguiti non sono emersi doppi pagamenti.
In ogni caso, il 19 settembre scorso, ha sottolineato il commissario Occhiuto, è stata avviata la procedura di gara per certificazione del fondo rischi dell’Asp di Cosenza, anche su suggerimento del Collegio sindacale.
La risposta che ha richiesto un intervento di circa 40 minuti, non ha soddisfatto il capogruppo dem Bevacqua: «Occhiuto non ha risposto a nessuna delle nostre osservazioni. E quindi non abbiamo capito se lui ha autorizzato queste operazioni».